martedì 31 dicembre 2013

TUTTI I MIEI GRAZIE

Grazie alle mie ovaie che hanno lavorato proprio all'inizio di questo strano 2013, fatto di nascite morti e matrimoni. E hanno fatto sì che potessi presentare un test di gravidanza positivo a mio marito proprio il giorno della festa del papà.
Grazie al mio corpo per aver resistito anche sta volta...ma anche vaffanculo perché mi risparmiavo volentieri 10 giorni di ospedale. Grazie per avermi fatto fare un altro parto, per avermi consentito di sentire il mio piccolo uscire...ma anche vaffanculo perché è dovuto nascere così presto...
Grazie all'amore della mia vita che non mi fa mai mancare niente,  nemmeno una valanga di acciughe sottosale (che adoro) il giorno del mio rientro a casa.
Grazie a tutte quelle persone che mi sono sempre accanto nella vita,  e grazie anche a quelle per le quali faccio fatica a credere che abbiano il pollice opponibile...
Grazie, veramente grazie a Simona per essere diventata grande, per avermi dato tanto amore e soddisfazioni, per essere quella che sei e per la domanda di fine anno: "ma Alessandro quando non c'era...dove era?". Prima o poi troverò per te una risposta soddisfacente...anzi, è il mio proposito del 2014!
Grazie Alessandro per i sorrisi, i rigurgiti e i musini buffi, per quando respiri sulla mia pelle, per la prima volta che l'hai fatto e che non dimenticherò mai, in quella sala parto.
E soprattutto grazie ai miei figli per essere sani e pieni di vita: non avevo mai capito quanto fosse importante. 

Grazie a tutti voi che seguite i miei deliri, buon 2014.

giovedì 12 dicembre 2013

IO SONO TUA MADRE.

Un giorno per caso, ti rendi conto che, superati i 3 anni, devi iniziare a camminare sulle uova quando parli con tua figlia.  Lei ha le tre "RI": ricorda, rinfaccia,  ricatta.
Chiedersi cosa diavolo sarà l'adolescenza se adesso, 10 anni prima o poco più, dice frasi come "mi fai piangere quando mi sgridi, io non voglio essere triste" oppure "non vado a letto e con te non gioco mai più più più" oppure peggio ancora "tu non mi ascolti!". Questa forse l'ha tirata fuori da Ribelle,  ma vi assicuro che il tono aveva il giusto grado di esasperazione. 
Io vorrei dirle che l'ascolto eccome,  e che sono la prima a voler piangere quando punisco o alzo la voce.  Ma questo non è un volersi giustificare...la vita le distribuirà,  spero equamente,  schiaffi e carezze e queste ultime sono da conquistare. 
Il fatto che sia così diretta nell'esprimere i propri sentimenti mi fa molto piacere, lei è schietta...Tuttavia si tratta di un'arma a doppio taglio perché è debole il confine tra schiettezza e insolenza. Alle volte lei è insolente. E questo non va bene.
Le ripeto spesso che sono sua madre e non una sua amichetta, deve rispettarmi o aspettarsi delle conseguenze (tipicamente niente cartoni animati, o sequestro di un gioco).
Io non sono per il rapporto alla pari, perché penso che il mio ruolo educativo non lo consenta. Quindi non avrà mai in me "una mamma per amica", e dal mio punto di vista questo è un bene per lei e per il suo futuro. Però capisco come si sente, essere figli è frustrante e me lo ricordo benissimo. Ricordo l'esasperante sensazione di non essere mai capiti,  del non riuscire ad esprimere quanto un "no" possa essere doloroso perché si desidera una cosa oltre ogni immaginazione. 
Mi trovo a pensare "forse un giorno capirai" e mi fa sentire dannatamente vecchia! 
Ivan da ragazzo ha ricevuto una punizione che riteneva ingiusta. Quando ci siamo conosciuti me ne ha parlato spesso. Vorrei chiedergli ora dopo 14 anni insieme e due figli cosa ne pensa, cosa avrebbe fatto lui al posto dei suoi genitori. Sono convinta che le cose siano cambiate anche nella sua testa come nella mia. 
Ora aspetto al varco l'altro microbo che cresce velocemente e per ora ha solo un rapporto simbiontico col mio seno, e gli piacciono bacini e coccole più che a sua sorella alla stessa età. 
I maschi, dicono, sono meno introspettivi da piccoli...Ma non mi farò cogliere impreparata: i Trinca si illudono di essere sempre sul pezzo, anche se navigano nella nebbia e nella tempesta come tutti. E il bello è che ho la sensazione che non ci sarà mai un..."terraaaaa!"

sabato 9 novembre 2013

IL TOCCO E LA TOGA

Me lo ricordavo proprio così il puerperio: tanti giorni tutti uguali a smaltire le fatiche del parto e ad accumularne altre, ad alternare seni gonfi di latte e a fare amicizia con quel cosino urlante e sempre pieno di cacca che è tuo figlio... a tenere a bada gli ormoni, a renderti conto che: 1) nessuno è interessato a te, ma tutti sbrodolano per il suddetto cosino alla merda, anche se tu l'hai fatto uscire, e 2) il tuo corpo pare asfaltato da una schiacciasassi.
E tuo marito, per quanto efficiente e comprensivo, nonché pieno d'amore per te, ti guarda come fossi un alieno emotivo...non può impedirselo, lo fa. Per quanto snoccioliate le vostre paturnie post parto, non può proprio capirvi, come non capisce la vostra sindrome premestruale...quindi lasciate perdere.
LUI sicuramente è più stanco di voi che siete a casa ad annoiarvi anche se non deve produrre sufficiente latte ogni 3 ore, non ha lochiazioni infinite,  punti, dolori lombari, utero contratto,  privazione cronica di sonno grazie alla quale vi trovate a sognare cose inverosimili in 8 minuti netti di sonno effettivo.

Questa era una doverosa premessa per ricordare a me stessa che ci ero già passata, e non è proprio il caso di lamentarmi. Cosa c'è invece di diverso? Beh, intanto la maggior parte delle ansie tipiche del primo figlio si sono dissolte: "mangia abbastanza? Respira?  Oddio, non avrà caldo/freddo?" E quindi te lo godi questo pargolo, non hai sempre l'adrenalina da inadeguatezza che ti circola in corpo. 
Poi hai una buffa treenne che torna dall'asilo e ti inonda di parole, informazioni e canzoncine. E ti rendi conto che ti manca il rapporto esclusivo che avevi prima con lei. Ti rendi anche conto,  ma questo non è uguale per tutti credo, che ora hai il doppio esatto dell'amore da dare, ma che "quella grande" quando arriva a casa e dice al fratello: "Ciao Alessandro, è arrivata la tua sorella!  Adesso non piangere più eh!" è la tua àncora, e  nel contempo la tua croce ogni giorno, e che ora lo capisci più di prima.
Io ho vissuto questa esperienza di parto e sto vivendo il puerperio con una marcia in più rispetto alla mia prima volta: ora mi sento completa. Sento che la mia famiglia è completa e che ora devo solo guardare avanti e crescerli nel migliore dei modi, anche se non nel migliore dei mondi. Ho detto a qualcuno che quando Alessandro è nato, ho provato la stessa sensazione di sollievo e di liberazione della laurea: quando chiudi una parte importante della tua vita e ti senti aperto e proiettato nel futuro, per quanto ignoto sia. Io sono consapevole di aver chiuso un capitolo bellissimo e spaventoso della mia vita. Ora vivo il presente e penso al domani, ben conscia di essere stata molto fortunata nell'aver, sinora, ottenuto dalla vita quello che desideravo. Ora dobbiamo solo provare a coltivarlo al meglio.

sabato 26 ottobre 2013

IL MIO AMORE PERFETTO DAL MIO CORPO IMPERFETTO

Lunedì 22 ottobre ho avuto il mio secondo Giorno Migliore. L'ho avuto dopo che ho rischiato la salute, dopo che dalla mattina alla sera (letteralmente) le cose sono un po' precipitate. Ma è stato un giorno migliore. Il mio pulcino è nato a 35 settimane pieno di grinta, e di fame. È uscito fuori di corsa, come olio caldo,  senza che fosse nemmeno necessario spingerlo. Ed è stata un'altra alba, erano le 4.57 del mattino. Io lo vedo e penso che sia così strano che una creaturina così perfetta sia nuovamente uscita da questo corpo così maledettamente imperfetto: sembra che tutto ciò che ho di buono io lo metta lì, nei bambini e poi non resti nulla se non avanzi. Qualche scartina ma nessuna briscola....
Forse tutto questo non ha nemmeno importanza.  
Mi basta guardare Alessandro e poi guardare Simona che mi sembra così grande, con quelle mani da treenne, mentre prima mi sembrava una scriciolina. E rivedo Simona negli occhi di Alessandro,  e vedo Alessandro negli occhi di Simona...Poi guardo Ivan e ha dentro entrambi, anche se li ho partoriti io. 
Quindi dico a me stessa: benvenuta in questa ennesima nuova vita.

venerdì 4 ottobre 2013

CORSI ACCELERATI

AAA cercasi persona che riesca ad insegnarmi il bon-ton nei riguardi di quell'entità sconosciuta e poco gradita chiamata "altri genitori". Intendiamoci, non parlo di altre mamme o papà che conosco e che mi sono più o meno amici, parlo proprio degli "sconosciuti al parchetto/gelateria/qualsiasi posto". Già quest'estate mi sono resa conto della verità assoluta che recita: "Se il bambino non è tuo, non sei obbligato a fartelo piacere". Io i bambini maleducati non li ho mai tollerati nemmeno quando facevo la baby sitter.
Tutto sommato la nostra bambina non è poi da buttar via in quanto educazione, ma l'ho capito vedendo esempi così al ribasso da rimanere perplessa.
Ho visto una bambina di 8 anni dare della "scema" alla propria madre, comportandosi come se quello a cui stavo assistendo fosse ordinaria amministrazione familiare (e probabilmente era così). Ho visto bambini gettare in terra cibo, correre tra le gambe dei camerieri, urlare a tavola (non poppanti, bambini) nell'indifferenza dei genitori.
Tutto questo nella mia testa solitamente viene relegato nel "il mondo è bello perché è vario", e la cosa finisce lì, però poi capita che il comportamento di un bambino ti coinvolge...Quindi che fare?

Come raccontavo un paio di giorni fa, un marmocchio di circa 5 anni che giocava sulle scale dell'asilo ha spintonato Simona. Premetto che si tratta di una decina di gradini in pietra e noi eravamo tipo al terzo gradino dall'alto e, per fortuna, tenevo mia figlia per mano. La prima volta Simona ha risposto "Non spingere tu!" e io ho detto, pacatamente: "Non mi sembra una buona idea spingere una bambina piccola dalle scale...Dov'è la tua mamma?" Risposta zero.
Faccio per allontanarmi e arriva un altro spintone, questa volta Simona sarebbe rotolata giù e io l'ho trattenuta, ma non ho trattenuto la voce. Ho sgridato questo bambino perfettamente sconosciuto con un sorrisetto sfacciato stampato sulla faccia (che gli si è spento in un nanosecondo), senza risparmiare la voce. Si sono voltati altri bambini che giocavano lì intorno ed un gruppetto di adulti che fumava sulle panchine guardando il cellulare. Nessuno di questi si è avvicinato, fosse anche per dirmi "che cosa vuole da mio figlio?!". Avrei potuto avvicinarmi io, ma Simona si era spaventata e stava piangendo, e io ero nello stato d'animo da "ora spacco tutto". Ma mi ha turbato parecchio l'indifferenza.
Indifferenza nei confronti di mia figlia più anche starci, ma nei confronti del tuo?
Mi serve un corso accelerato, o forse solo un po' di sana esperienza. 
Alla prossima battaglia!

martedì 17 settembre 2013

DI EMOZIONI E BALLE

La gente, intesa come i conoscenti, ritiene che io abbia una personalità peculiare. Gli uomini mi trovano sicura di me (e sbagliano alla grande! ), le donne non lo so perché quel che pensa una donna realmente è ad appannaggio di lei sola. 
La mia peculiarità, se così vogliamo chiamarla, mi porta ad avere pensieri e sensazioni "a pelle" che o le altre persone non provano (dubito), o non dicono (più probabile). In questo credo non ci sia nulla di male. 
E allora io a domanda rispondo "No, non amo la gravidanza. Non mi piace come mi sento in questo momento sia fisicamente che emotivamente. Non mi piace il pancione, non mi emoziono particolarmente quando si muove: al più mi fa ridere quando ha il singhiozzo o mi puntella il lato qualsiasi dell'addome. Sorrido, con affetto per il mio bambino che è dentro, non per la mia condizione che somiglia preoccupantemente a una simbiosi parassitaria. Era così con Simona, è così adesso.". 
A questo se mi si dice: "Devi stare attenta, o rischi la depressione post parto" da chi non è addetto ai lavori (è SEMPRE così), si rischia che io possa controbattere un vaffanculo o ignorare.
Se ignoro una persona, chi mi conosce lo sa benissimo, solitamente è un PESSIMO segnale. Se mi allontano mentre mi stai parlando, 9 volte su 10 è perché diversamente mi pruderebbero le mani. Questo normalmente, senza tirare in ballo ormoni vari. Il mio silenzio, dato che non sono una persona molto silenziosa, è eloquente.
Ognuno vive il proprio corpo (perché di questo si tratta finché tuo figlio non nasce, del tuo corpo che sta facendo una cosa grandiosa) a modo suo. Se sei fortunato e hai la salute dalla tua, il tutto può essere più o meno piacevole, più o meno emozionante. Comprendo e invidio le mamme che si godono 9 mesi di pance accarezzate e aspettative. E' una bella cosa, ma deve venirti naturale...

Invece mi ha emozionata tantissimo vedere Simona avviarsi alla Materna, con tutte le sue piccole cose, compreso il suo nuovo amico (immaginario) Jake. Mi emoziona persino che abbia un amico immaginario! Non le manca la compagnia e le amicizie, ma probabilmente è una fase che passano più o meno tutti i bambini. Sono un tantino perplessa sul nome JAKE, che avrà senz'altro sentito, ma mi domando per quale motivo l'abbia così colpita da usarlo. Siccome a 3 anni e rotti dicono un mucchio di balle, rischio che se indago troppo ottengo un mischione di informazioni vere e finte. Le balle alle volte sono così palesi che sorride lei stessa di quel che sta dicendo (Per fortuna la balla glie la si legge in faccia (come alla sua mamma!), quindi immagino che la cosa ci avvantaggerà un pochino nell'adolescenza).

Alessandro è cresciuto e sta pronto per uscire, anche se manca ancora un po'. Ha la testina ora ben posizionata in basso a irritare la mia vescica e a farmi alzare 4 volte per notte. 
Tesoro, non vedo l'ora che tu nasca: qui c'è un armamentario di roba che non sappiamo più dove metterla, ed è tutta roba tua (tanto per cambiare).

martedì 3 settembre 2013

I BRUTTI PENSIERI

Che questo sia un periodo piuttosto "emotivo" si sa. Che ti ritrovi a piangere per qualsiasi medical drama trito e ritrito passi la tv...O anche cartone animato...O anche pubblicità. 
Sono a 8 settimane dal parto. 8 perché la mia amica preeclampsia si sta affacciando timidamente all'ovile. Se tutto andrà bene mi indurranno il parto i primi giorni di novembre. 
Al momento mi sento bene, la pressione è sotto controllo (sto ancora lavorando oltretutto), devo fare i soliti esami di routine ecc ecc...Ma è pur sempre una situazione patologica che si affaccia nuovamente nella mia vita e questa volta è molto diverso.
Diverso perché c'è una bambina di 3 anni che ha priorità su tutto, quindi anche un banale ricovero pre-tempo per me sarebbe un problema. Diverso perché se dovesse succedermi qualcosa il mio pensiero va a lei. Diverso perché non vorrei mai farla soffrire. 

C'è di diverso anche il rapporto che ho con questo bambino di 1kilo e rotti che sta crescendo e scalciando nella mia pancia. 
Quando aspettavo Simona ero preoccupata per lei più che per la mia salute. D'istinto. 
Ora, sempre d'istinto, sono preoccupata che ad Alessandro possa capitare qualcosa, ma ancor di più che io non possa occuparmi di entrambi i miei bambini.

So benissimo, razionalmente, che la situazione è assolutamente tranquilla per me e per loro, ma non posso impedirmi di ragionare sul peggio. Sono umana, in fondo. Quindi che fare? Aspettare il domani guardando alle cose che mi circondano: un marito fin troppo premuroso, una figlia sorridente e felice che tra una settimana inizierà la scuola materna, un figlio che scalcia e mi fa diventare matta tutte le notti.
Alla prossima!

venerdì 23 agosto 2013

VIAGGI NEL TEMPO

Ho sperimentato che ci sono momenti nella vita in cui acquisisci d'improvviso consapevolezza di una verità (quantomeno una verità per te) che ti lascia talmente senza fiato da imprimersi nella tua memoria per sempre. Magari era una cosa che sapevi già, ma è adrenalinica la sensazione di esserne consapevole.
Ricordo da ragazzina (forse avrò avuto 10 o 11 anni) durante una vacanza in Abruzzo mio padre mi spiegò che la luce delle miriadi di stelle che vedevo nel cielo terso d'agosto era una luce "del passato", spiegandomi che le stelle che vedevo erano tutte ad anni luce di distanza (da qualche anno a migliaia), perciò, per esempio, se guardavo Betelgeuse stavo osservando la Betelgeuse di circa 600 anni fa.Per me fu rivelatorio. Guardavo il cielo e mi sentivo immersa nella fantascienza, in qualcosa di talmente soprannaturale...Cioè...Guardare IL PASSATO! Sì lo so che sembra infantile, ma allora mi parve la cosa più grande che mi fosse mai stata rivelata. 

Allo stesso modo qualche giorno fa guardavo mia figlia, e vedevo nei suoi tratti somatici l'adulta che sarà, vedevo un viso già grande, un sorriso da ragazzina, non più l'aspetto tenero e infantile. C'è ora qualcosa in lei che non c'era fino a un mesetto fa. 
Le ho detto "Come è andata dalla nonna?"
"Tutto bene, e tu?"
E TU. E' un discorso da grandi!! DON'T PANIC! 
Ho riprovato quella sensazione strana che toglie il fiato: è come se avessi guardato dentro uno specchio. Del futuro, in questo caso.
Sì è già successo che la sentissi "più grande e più consapevole", ne avevo anche già parlato, però non l'avevo recepito in questo modo così totale.

Sono una persona con evidenti difficoltà di gestione del tempo che passa, perché non me ne rendo conto finché è passato, non vivo le transizioni. E' un casino quando ti trovi da studentessa universitaria un po' cazzona a mamma. Mi pare di non ricordare quasi come fossi nel mezzo. Eppure c'è stato tanto, come la convivenza, l'ingresso nel mondo del lavoro. In pratica nella mia vita non c'è soluzione di continuità tra un viaggio allucinante ad Amsterdam e una notte allucinante di allattamento e coliche...Chissà, forse è un bene.

lunedì 29 luglio 2013

DI SOLE E DI MARE E DEL METODO DEL GRANCHIO

Siamo all'ultima settimana pre-ferie.
Me ne starò rilassata in panciolle a guardare il mare come una pensionata. 
Saltuariamente mi tufferò, farò passeggiate sulla spiaggia, e castelli di sabbia con Simona...Il divertente sarà farmi rialzare dalla battigia, ma ho già un metodo: io e Simona sulla riva facciamo costruzioni di sabbia, dopodiché io con una certa nonchalance cercherò di guadagnare l'acqua strisciando di culo...Una volta in acqua cercherò di arrivare all'acqua alta e rimettermi in piedi. Il metodo non fa una grinza, anche se non so per quanti chilometri dovrò strisciare il culo sulla sabbia prima di trovare dell'acqua alta: siamo in Adriatico. Comunque lo chiamerò "Il metodo KRAB" e se funziona lo brevetterò per le donne incinte che ne necessiteranno.
D'altro canto Simona ha un atletico papà che potrà farla giocare e rincorrerla.

Ho la netta sensazione di dovermela godere questa vacanza, prima che la creatura nella mia pancia scateni l'inferno nascendo. Poi sarà tutto diverso: saremo in 4, come quando ero bambina io...La classica (che più classica non si può) famiglia italiana in vacanza: 
- "FINITELA SUBITO!" ... "NON MI INTERESSA CHI HA COMINCIATO, SMETTETELA O VE LE SUONO A TUTTI E DUE!".
- "Vuoi sempre quello che ha in mano tua sorella, fosse anche un sasso."
- "Siamo in albergo, non in una piccionaia. Se fate ancora casino vi spedisco in camera senza cena"
Eccetera, eccetera... :)
Buone vacanze!


 

 

martedì 16 luglio 2013

FRATELLI

Avrei voluto che tutti poteste vedere Simona che ieri sera sotto la doccia mi insaponava la pancia per lavare i capelli al "fratellino". 
Poteva anche essere un moto di sadismo, visto che lei non ama lo shampoo, ma mi ha riempito di una tenerezza tale...
"Adesso è profumato"
"Sì, vuoi lavare anche i tuoi di capelli? Così profumano anche i tuoi"
"No, solo la doccia."

E va bene. 

Quindi deve andare tutto bene, questo bambino deve venire al mondo presto, perché sua sorella deve assolutamente potergli lavare i capelli e dargli la pappa e dirgli che è monellissimo perché tira i calci alla pancia della mamma ("Ma lo facevi anche tu...E' normale quando i bimbi sono nella pancia hanno poco spazio e quindi tirano qualche calcetto per stiracchiarsi" "No, io no, io sono bravissima". E va bene.); e deve anche capire questo meccanismo dell'allattamento che la lascia molto perplessa: 
"Simona anche tu bevevi il latte dalla mamma" 
"No, io no, io mangio la pappa" 
"Sì ma quando eri piccola piccola, non te lo ricordi"
E mi molla uno sguardo intenso e scettico, come se stessi cercando di convincerla che la luna è fatta di formaggio.

lunedì 24 giugno 2013

BIRTHDAY & BIRTH

Sono qui seduta che sento dei movimenti laterali, ancora sporadici ma ormai definiti, e penso all'altra creatura, quella già formata, con tutti i denti e i capelli, che parla, ride, piange e vive e che oggi compie 3 anni.
Ecco una cosa tanto tanto diversa tra la prima e la seconda gravidanza: c'è un presente che è più importante del tuo futuro in utero, finché questo futuro non è nato. Il tuo presente c'è sempre e ha sempre bisogno di te.  E oggi compie 3 anni, e a settembre comincerà la scuola d'infanzia, e io sento già che sta correndo verso il futuro. 
Una volta ho scritto da qualche parte, forse su facebook, che quello che fanno i figli è creare nuove stanze nel tuo cuore, dove pensi non ci sia spazio per altro. C'è eccome, ed è come costruire un'ala nuova di un palazzo: non porti via spazio, ne crei di nuovo.
Ecco allora in questo momento preciso c'è uno gnomo grande come un peperone che sta costruendosi la sua ala e che non ha ancora un nome o un volto, ma lo spazio per costruire glie l'ho già venduto; e c'è una bimba a volte buffa che mi porta via l'anima. 
Quando aspetti il primo figlio pensi che quello spazio sia già definito, ma poi il bimbo nasce, e allora ti rendi conto che sei solo alle fondamenta, e che quello che sarà costruito non riesci a contemplarlo per intero nemmeno tu che ne sei proprietario.
Quindi a Simona nei suoi 3 anni di vita voglio augurare tutto il bene del mondo, e chiederle di vendere un po' dello spazio che c'è nel suo piccolo cuore a questo piccolo bambino che sarà suo fratello, e che forse già la adora perché quando lei appoggia la testa sulla mia pancia, stando attenta a non schiacciare "i bimbo", lui si muove.

venerdì 7 giugno 2013

FENOMENOLOGIA DEL MAIALE

Oggi parliamo di quel fenomeno virale che ha invaso televisione e case dei genitori di bambini da 1 a 8 anni: Peppa Pig.
Perché piace Peppa? 
Tre sono le categorie nelle quali agisce il Peppa-fenomeno:
  • Impatto visivo
  • Rapidità
  • Immedesimazione

L'impatto visivo è determinante per catturare l'attenzione del pupo. Ci sono disegni molto semplici e molto ben definiti, gli oggetti sono facilmente riconoscibili anche da bambini molto piccoli e i colori vivaci e privi di sfumature rendono il tutto immediatamente fruibile. Il mondo di Peppa è bidimensionale, le leggi della fisica sono abbastanza stravolte (gli animali camminano perpendicolari a piani inclinati ripidissimi, le case sono più grandi dentro che fuori...), ma non così tanto da rendere il tutto totalmente inverosimile. 


Rapidità. L'episodio medio dura al massimo 6 minuti: tempo di attenzione medio di un bimbo di 1 anno e mezzo. Si parte con la sigla. Peppa presenta la sua famiglia, una classica famiglia da quattro componenti: Mamma Pig, Papà Pig e il fratellino George che parla solo di dinosauri e piange a fontanella. Peppa vive in una bella casa gialla che sormonta una ripidissima collina, ha tanti amici che frequenta a scuola o nel parco, e una migliore amica, Susy Sheep, con la quale spesso litiga. Le storie sono semplici, veloci e tutte a lieto fine. 

Immedesimazione. "Peppa sono io, mio fratello è una piaga proprio come George, che piange sempre per niente. Anche io ho i nonni che mi portano nel giardino, anche io ho tanti amici e un'amichetta con la quale litigo ma poi facciamo pace. Il mio papà aggiusta le cose ma è più bravo di Papà Pig perché non butta giù il muro quando deve appendere un quadro con un chiodino. La mia mamma mi fa mangiare le verdure proprio come Mamma Pig, ed è dolce come lei." Tutto qui. Per contro, anche i fratelli minori si possono immedesimare, perché George mostra spesso di avere capacità sorprendenti e surreali (come suonare il corno, lanciare lontanissimo il pallone ecc...).

Verrebbe da chiedersi se Peppa Pig sia effettivamente un cartone educativo: la risposta è sì e no. Peppa è un maialino che fa spesso le cose da maialino (saltare nelle pozzanghere di fango, grugnire, buttarsi a terra) e che piacciono a tutti i nostri maialini casalinghi. Non fa cose proprio riprovevoli come mettersi le zampette nel naso, ma dà libero sfogo ai suoi istinti. Peppa non sempre si comporta bene: è saccente, permalosa anche se quasi mai proprio disubbidiente. Il suo comportamento, però, viene ogni volta corretto e ogni volta lei ne esce sorridente. Quindi forse sta lì il suo aspetto educativo. 

Comunque la si veda, Peppa piace da matti a tutti i bimbi...Io per conto mio la preferieco sotto forma di costolette...  

mercoledì 5 giugno 2013

COME PUO' UNA COSA GRANDE COME UN COCOMERO USCIRE DA UN BUCO GRANDE COME UN LIMONE? (cit.)

"Mamma..."
"Sì" Lo so già che sta per partire con una di quelle domande che mi mettono in difficoltà, glie lo leggo negli occhi. Oltretutto sono seduta sulla tazza, quindi per lei è il momento adatto per le domande esistenziali.
"Ma la surellina poi esce?"
Premessa: ha deciso che vuole una sorella, ma si riserva di non darlo via nel caso fosse maschio...
"Sì certo, tra qualche mese."
"Ma esce dall'umbilico?"

"No, i bambini dalla pancia escono in due modi: di solito escono dalla patata, ma se non riescono un dottore fa un taglietto sulla pancia della mamma e lo fa uscire lui." Le faccio vedere dove, di solito, viene fatto il taglio. "Qui. La mamma non sente male, perché il dottore dà prima una medicina che manda via la bua."
 E lì avrei dovuto affrettarmi a proseguire nella spiegazione, perché la sua faccia si è rabbuiata non poco, è che mi stavo rimettendo le mutande. Ho intuito, ma ho intuito male: il problema non è il cesareo, è "la patata".
"Ma la patata quetta qui?"
"Sì, tesoro."
...
"Ma ibimbo è grosso?"
"Sì è grande, ma la patata prima si prepara e un buchino piccolo si allarga per far passare il bimbo" Sì, lo so, mi rendo conto da sola che sto piombando in un ginepraio, ma ormai siamo in ballo. Invece era puro spirito di autoconservazione...
"Ma anche io?"
"Anche tu cosa?"
"Anche io c'ho ibimbo?"

"No Simona, non c'è nessun bimbo nella tua pancia, c'è solo in quella della mamma, solo le donne grandi hanno bimbi"
"Aaaaaah!"
 Non so come andrà a finire. Di solito lascia perdere qualche giorno per poi tornare alla carica...Vedremo!

giovedì 30 maggio 2013

UN CONSIGLIO PER OGNI PUNTO DI VISTA

Non c'è periodo come la gravidanza per saggiare la salute mentale di una donna. La mia è già precaria di suo, e lo so benissimo di essere una persona un po' particolare. Però:
  • Vi prego, vi scongiuro: se non siamo proprio proprio in confidenza, ma anche in quel caso con riserva, non amo che mi si tocchi l'addome. Non per particolare senso di protezione, ma perché, visto che non sono una silfide, ci sono 10 centimetri di adipe davanti al bambino, che diavolo pretendete di sentire?
  • Se una qualsiasi vostra frase contiene le parole:"lotus birth" e non contiene "hai sentito quell'idiozia di..?", smetto di ascoltare istantaneamente.
  • Se mi parlate della "violenza dell'episiotomia", del "parto a domicilio con una ostetrica omeopata (??????)" reagisco allo stesso modo.
  • Viceversa, non occorre che mi raccontiate particolari raccapriccianti su bambini soffocati dal cordone o nati con due teste (se ve lo state chiedento: SI SUCCEDE CHE A UNA DONNA GRAVIDA QUALCUNO RACCONTI DI MORTI DI PARTO ORRIBILI). Disgraziatamente ho studiato, e in talune condizioni l'ignoranza è una gran bella cosa.
  • Per la duecentesima volta: non ho ancora scelto l'ospedale e aggiungo un bel chissenefrega. Andrò dove mi porterà il cuore...Ma soprattutto mancano quasi 5 mesi per l'amor del cielo!
  • MAI e dico MAI mi cimenterò con i pannolini lavabili, qualsiasi eco-ragionamento mi facciate. Ho una vita da vivere.

giovedì 16 maggio 2013

"I BIMBO"

Credo che vedere il doppio trattino sul test di gravidanza sia sempre una grandissima emozione. Specie se pensi talmente a tutt'altro che rimani stupito.
Al momento sono un po' atterrita. Quando aspettavo Simona c'era l'incoscienza dell'ignoto e tutto pareva una favola da realizzare.
Ora ho un vago senso "ommioddio si ricomincia" che non riesco bene a decodificare.
Intendiamoci, sono felice che ci sia: quando ho visto il cuoricino sfarfallare dallo schermo dell'ecografo, mi sono sentita emozionata come la prima volta e senza le ansie della prima volta.
Se tutto andrà bene, il 26 novembre o giù di lì Simona avrà un fratellino/sorellina con cui condividere l'esistenza, con cui litigare, far pace, giocare, e poi ancora litigare. Ne ho due di fratelli, so quello che dico.
A parte l'atterrimento da "due figli da crescere", sto affrontando questa nuova gravidanza serenamente. Darei non so cosa perché me la/lo dessero già fatta/o, o per essere al giorno del parto: non ho mai avuto particolare affezione per il pancione o gli annessi e connessi...Tuttavia so che non è possibile e quindi mi rassegno.
E Simona? Simona quando ero all'8 settimana mi è venuta vicino, mi ha toccato il braccio e sottovoce mi ha detto "Mamma, ma dentro la pancia c'è il fratellino mio?". Io lì per lì sono rimasta piuttosto spiazzata perché non ne abbiamo parlato con lei direttamente...Le ho detto "Può darsi tesoro, se tutto va bene tra tanto tempo arriverà un fratellino o una sorellina" e lei ha risposto "Io sono felice!". Ora fa delle cose davvero buffe, ma anche commoventi. Se andiamo in bagno assieme lei mi sorregge la pancia mentre sono seduta sul water: "Mamma io tengo i bimbo." come faccio con lei quando è su un water da adulti senza adattatore. Oppure controlla cosa mangio: "i bimbo piace la pappa tua?". E le domande: "Ma i bimbo fratellino c'ha i capelli?" "I bimbo c'ha i vestiti, belli come quelli miei?" "I bimbo c'ha freddo?"...
Ieri l'ha visto attraverso l'ecografia. Non capiva perché non potesse vedere direttamente dentro la mia pancia, ma solo attraverso uno schermo.
Tant'è. Siamo ancora in pista. Teniamoci forte.

lunedì 22 aprile 2013

LE VERITA'.

Io da bambina ricordo bene di non aver mai creduto all'esistenza di Babbo Natale, o della Befana. Ricordo anche di essere sempre stata scettica riguardo all'esistenza di Dio. A 8 anni pensavo che sì senz'altro un Gesù sarà pur esistito (in fondo credevo all'esistenza di Nerone, Giulio Cesare, e Alessandro Magno) ma sulla natura divina...ero molto molto scettica.
Invece credevo a tutte le baggianate che mi proprinava mia nonna materna. Non so se perché improntate sulla paura, sul timore di farsi del male o per quale altro motivo.
LE RANE NELLA PANCIA se bevi troppo
IL DIAVOLO che esce dallo specchio se ci passi davanti troppo tempo
I VERMI NELLA PANCIA per lo stesso motivo o forse se ridi troppo, non mi ricordo.
Mi raccontava con una certa noncuranza di queste cose e io poi ci credevo.
Il fatto è che con maggior convinzione cercava di inculcarmi il timor di Dio, senza riuscirci mai, quindi cosa aveva questo Dio di così surreale da essere surclassato da un mucchio di rane che spontaneamente nascono nel mio stomaco?
Chissà...Come dicevo in questo post, non ho ancora una posizione in merito a Babbo Natale, ma in generale a Simona sarà sempre detta la verità. Sulla vita e anche sulla morte, sulle nascite e sugli eventi spiacevoli. Non perché vogliamo che cresca "indurita dalla vita", ma perché le balle non si dimenticano facilmente quando le riconosci tali, anche a distanza di decenni. Per altro, ci sono molti modi per dire la verità, quindi non ci sarà bisogno di sbatterle in faccia un servizio del tg per farle capire cos'è la morte (ad esempio).
Qualche settimana fa siamo state al teatrino per bimbi. Notare che la fascia di età era 18 mesi - 4 anni. Lo spettacolo era "Pollicino". Ebbene, nonostante appunto si rivolgesse a bimbi dell'asilo e lo spettacolo fosse fatto molto bene, era impregnato di angoscia e terrore (se non conoscete la storia non edulcorata di Pollicino, leggete qui) e alcuni bimbi si sono messi a piangere. Forse un errore di valutazione dello staff, non lo so, solitamente si tratta di spettacoli molto elementari e colorati. Io ho guardato la sua reazione mentre era seduta sulla sua poltroncina, e non ha battuto ciglio. Allora siamo rimaste a guardare fino alla fine.
Uscita dal teatro, mi ha fatto alcune domande sul perché la mamma di Pollicino piangesse sempre, e la cosa che
l'aveva preoccupata, dopo tutto lo sgozzamento delle orchettine e l'inseguimento dell'orco furioso, era il fatto che mamma e papà avessero abbandonato i bimbi nel bosco. Le ho detto che non tutti i genitori sono bravi genitori. La maggior parte sì, ma alcuni putroppo no, alcuni per tanti motivi abbandonano i loro bambini o fanno loro del male. Ma che lei non avrebbe mai dovuto preoccuparsi di questo perché mamma e papà l'avrebbero sempre sempre protetta dalle intemperie del tempo.

giovedì 28 marzo 2013

LOGORREA.

Ore 18.10, arrivo al Nido a riprenderla.
"Ciao mamma! La mia mamma!"

"Ciao patata, come va? Hai fatto la brava?" Da questa domanda, fino a casa...
"Io oggi piangio perché volevo a mamma, ma poi sono felice!"
"Ben..."

"Oggi...Oggi giocato con la Gaia, è mia amica la Gaia, anche la sua mamma è mia amica. E la Emma e la Sofia. Oggi ho letto libro degli animali, c'è i coccodrillo..." [nel frattempo la sto vestendo e stiamo uscendo]
"Ooooh, guarda, la cacca del cane, bleah cacca del cane, che chifo! Mamma attenta a cacca!"
"Sì Sim..." 
"Io non sono felice, sono arrabbiata pecché c'è la cacca del cane!"
"Eh alcuni padroni non la racc..."
"Mamma vojo vedere i fiori gialli, ecco i fiori gialli! Sono belli! Sono uno...due...tre...anche sette? Anche lì ci sono i fiori gialli! Attenta mamma c'è cancello, ci sono macchine pecolose [pericolose n.d.a.], le macchine sono grosse e pecolose. Andiamo! Ecco ancora fiori gialli, qui c'è tanti fiori! Andiamo a vedere il treno?"
"Sì muoviamoci che a quest'ora passa qualche treno..."

"Ecco il treno! Quello è giallo! [il vagone n.d.a.] Un altro giallo! Quello blu...E' lungo i treno, lungo lungo...E' mio amico il treno! Papà dov'è? Al lavoro?"
"Sì, poi arriva"
"Arriva papà, facciamo a doccia? A doccia col libro? Io faccio a doccia poi a pappa, tu prepari a pappa? Poi viene papà. Il treno è giallo come mio bicchiere, e come Pogebo [Spongebob n.d.a.]. A me piace Pongebo e Peppa Pig e Pammeme [Spiderman n.d.a.], dopo vediamo i cattoni nimati?"
....
Si è capito che il giallo è il suo colore preferito?

domenica 17 marzo 2013

GELOSIA

"Simona, lo dai un bacino a Vera?" e mi guarda come se le avessi chiesto "Simona mi risolvi questa equazione differenziale?". Tengo in braccio questo fagotto pieno di capelli corvini, che HA FAME, nel senso più imperioso del termine. Quando le faccio vedere il biberon si illumina d'immenso. 
"Simona, mi aiuti a darle il latte?" "No" e si gira ostentando indifferenza. Ma rosica. 
"Vuoi sederti sul mio ginocchio mentre do il latte a Vera?" "No." Va beh.
Poi arriva il papà e lui non può avvicinarsi a Vera, perché lui è "my preciousssss!", ma dovremo ben superare questa cosa in qualche modo. 
Rifilo il suddetto fagotto ora pieno di latte che fa rutti da camionista. Lui la prende e Simona comincia immediatamente a piangere. "Vuoi andare in braccio anche tu a papà?"...Le tiene entrambe e Simona finalmente si calma e realizza che "Oh cavolo questo fagottino è carino come un cucciolo!" e allora ride e la accarezza.
...
Proust diceva che la gelosia è un inquieto bisogno di tirannide applicato alle cose dell'amore. Forse è così, forse è solo una piccola tiranna, la mia piccola tiranna.

mercoledì 27 febbraio 2013

I TEMPI DEI BAMBINI

Qualche giorno fa leggevo un articolo (non ricordo dove) sul rispetto dei tempi dei bambini. L'attesa, che per alcuni genitori è vissuta con molta ansia, del "è pronto per...?". 
Non mi ero mai posta il problema, ma ora siamo in una fase cruciale dell'evoluzione di Simona. In ballo ci sono tre tappe fondamentali: lo spannolinamento, il ciuccio notturno e il vestirsi da sola. 
Mi ricordo che "prima" pensavo: "Ma guarda, ha quasi tre anni ed ha ancora il pannolino!" dei bambini di cui mi occupavo come baby sitter. Poi mi sono scontrata con la realtà e ho capito che è una baggianata imporre tempi. Me ne sono resa conto quando Simona ha deciso di camminare a 20 mesi (tardissimo) e ha atteso di essere davvero pronta, davvero sicura (infatti a 20 mesi camminava come gli altri bambini di 20 mesi, a dispetto del fatto che magari lo facesse da una settimana soltanto!). Esclusi dei ritardi da parte sua o delle disfunzioni fisiologiche, mi ero messa l'anima in pace: la stimolavo, camminavamo tantissimo insieme, ma è stato quando LEI si è sentita pronta, che finalmente si è staccata.
Ora stiamo affrontando un pre-spannolinamento: va in bagno a richiesta e va in bagno con gli altri bambini all'asilo nido. Questo "a richiesta" diventa ogni giorno più frequente, e a breve, magari nel giro di un mesetto, credo che sarà pronta per togliere tutto. Ma non la forzerò. Perché ho capito che ad alcune tappe arrivano in qualche modo da soli, e un esempio è il ciuccio. Lo usa solo per la nanna notturna. Da qualche giorno va nel letto e mi dice "Io sono grande!", si guarda intorno, guarda i suoi pelouches, cazzeggia un po'...Lo vedo che sta arrovellandosi su qualcosa. Le dico: "Sei grande? Molto molto bene tesoro, buonanotte!". Faccio per spegnere la luce, lei dice "Buonanotte!" ma non è tranquilla. Mi allontano piano piano..."Mamma?" "Dimmi?" "Io sono piccola..." "Aaaah, e quindi?" "Mi dai ciuccino?" Io sorrido, perché proprio su questo tema, sta facendo tutto da sola. Il ragionamento del ciuccio associato al fatto di essere piccola, lo sta elaborando lei. Io tempo fa le avevo detto: "Sai il ciuccio è una cosa per bambini piccoli...Lasciamo il ciuccio alla tua cuginetta Vera che è appena nata?" Era un blando tentativo, risoltosi con un "NO" e non ci avevo più provato. Però forse questi discorsi hanno continuato a lavorare in lei, ed ora è combattuta con se stessa, non con noi. Vedremo come andrà a finire...
Sto spingendo invece perché si vesta (in parte) da sola, siamo arrivati a mettere calze e pantaloni la mattina. Vedo che la cosa le da soddisfazione quando riesce. Le piace fare le cose da sola: pettinarsi, lavarsi i denti, riordinare il letto...
Spingiamo molto su questo suo modo di essere: le soddisfazioni nella vita sono sempre più rade, man mano che si cresce...Lasciamo che si goda tutto quello che può.

giovedì 14 febbraio 2013

DONNE CHE CRESCONO ALTRE DONNE

Non è che non ci pensi. Ci pensi eccome. Sai com'eri tu da adolescente, sai le cose che hai fatto e quelle che non hai fatto e ti domandi: sono pronta ad affrontare tutto questo? Tralasciando la normalità (conflitti con i genitori, richieste di denaro, oggetti, motorini, lasciatemi in pace, voglio prendere la pillola ecc...), arrivi alla domanda: "Cosa faresti se tua figlia....?"
Se mia figlia cosa? Se si drogasse (fa molto anni '80)? O se la sua massima aspirazione fosse farsi comprare una casa a Milano 2 da un sedicente politico? (Spero che quello che abbiamo noi adesso, per allora sia quantomeno fuori uso). Se le domande sono infinite, la risposta è una sola: non lo so.

Però ho dei desideri e delle paure: vorrei non dovermi preoccupare ed occupare della sua sessualità, in qualunque modo essa sia orientata. Una volta che le avremo trasmesso affettività, ed insegnato il rispetto per sé e per gli altri, per ciò che mi riguarda se le piaceranno gli uomini ok, le se piaceranno le donne ok, purché non debba soffrirne. (E qui in Italia ho forti timori a riguardo.)
"Il rispetto per sé stessa"...Significa che non sarò mai una di quelle madri che dicono rispetto alla propria figlia: "Beh, se è servito a far carriera...!". Giuro. Esistono.
Vorrei, ma forse questo è il primo punto, che si mantenesse sempre in salute. 
Vorrei che fosse autonoma, indipendente, soprattutto nel pensiero.

Ho paura. Ho paura di tante cose, per ogni fascia di età che si troverà ad affrontare. Ho paura perché a me una sola volta un ragazzo ha alzato le mani e per me è stata l'ultima che avrei tollerato. Lei cosa farà, se mai si troverà di fronte allo strazio per un nascente amore e lo sconcerto per le botte subite? Ho paura che si trovi in una situazione come quel siparietto nauseabondo che abbiamo visto tutti (leggete qui, è un'ottima analisi della questione, che condivido appieno) e che non sappia bene cosa fare.
Ho paura che rimanga delusa da se stessa, a me è capitato tante volte. 

Ma siccome non sono da sola a dover affrontare tutto questo, mi armo di ottimismo e andiamo avanti. Anche oggi che è san Valentino, e suo padre si è presentato con la colazione a letto sia per me che per lei. Siccome era nella sua camera e io mi stavo godendo questo vizio da sposini, mi sono persa lei seduta sul suo letto a bersi il latte e nesquik, con i capelli tutti scarmigliati e quell'odore di sudorino infantile della notte che ha addosso la mattina...

giovedì 7 febbraio 2013

DEI GENITORI E DEL COMPLESSO DI EDIPO

Simona sa distinguere i modi di fare di me e Ivan con grande precisione: la mattina se è lui a prepararle il latte lo agita nel bicchierino con il cioccolato, io lo mescolo col cucchiaino: se succede il viceversa, ce lo fa notare. E' papà che va a prendere la macchina in box e che va a fare la spesa la sera. Però sono io che dopo l'asilo la porto al supermercatino a comprare un rinforzino veloce per la cena il giovedì sera, quando papà va a calcetto. E lei il giovedì sale diligente sul passeggino (solitamente protesta, o andiamo a piedi) e dice: "Andiamo a fare spesa?".
Questo mi fa capire, o meglio: percepire, che abbiamo un ritmo familiare definito, sul quale lei conta ciecamente. I bambini sono molto abitudinari, ma non credevo avessero una memoria così spiccata.
Distribuisce l'amore filiale con grande precisione. Il suo amore più viscerale è sicuramente per il papà:

"Mamma, papà è mia amica." - Ok, abbiamo qualche problema di genere -
"Sono contenta, tesoro, papà è anche amico mio"
"No, tu nooooo!"
"Come no? Perché?"
"Papà è mio!!"

....
"Simona chi è il tuo fidanzato dell'asilo?"
"Papà è mia fidanzata." - Sempre per quella storia del genere...ehm...- 

"No ma dell'asilo."
"Papàaa!" - Il tono è da "ci sei o ci fai che non capisci un c**o?! -
 ....
 
"Dò un bacio a papà?"

"No, tu noooooo!" - REPEAT ad libitum -

 Quindi in conclusione, a cosa serve mamma?
Mamma non ha le mani fredde la mattina, quindi è preferibile quando ci sono il bidet e i lavaggi del mattino. (Me l'ha fatto notare una mattina mentre le lavavo il sedere o "Cullotto" come lo chiama lei; ho riso come di una vittoria: "Mamma tu no fredde le mani!" "Eh sì, ma chi è che ha le mani fredde?" "Papà!" Tié!)

Mamma taglia le unghie di mani e piedi
Mamma fa fare la doccia
Mamma prepara la pappa
Mamma mette la tupputtina per far passare la febbre all'occorrenza. Ma quella è comunque una rogna...Solo che senza le mani fredde è una rogna meno rognosa!

Mamma la si cerca quando non c'è, specie se all'asilo c'è qualche pianto da consolare (così mi dicono).
Ma se arriva papà a prenderla inaspettatamente è come se si aprisse un cielo radioso dopo una giornata di pioggia.
 

giovedì 17 gennaio 2013

HOPPIPOLLA

Ho sognato un prato verdissimo, circondato da montagne altrettanto verdi, sotto un cielo plumbeo di pioggia; in questo prato se scostavi l'erba, c'erano pozzanghere d'acqua limpida. Correvo e dentro alcune di queste pozzanghere c'erano dei pesci molto piccoli blu e argentati, che si muovevano velocissimi a zig zag.
Ho sognato che vedevo Simona, vestita di un abitino bianco che aveva, e che ora le andrebbe piccolissimo. Saltava dentro queste pozzanghere a piedi nudi. Le correvo incontro dicendole di stare attenta a non fare del male ai pesci, ma quando la raggiungevo, nella sua pozza i pesci non c'erano. Allora saltavamo insieme, e l'acqua era fresca e iniziava a piovere. Le davo la mano e improvvisamente la sua mano era grande come la mia, ma affusolata, e improvvisamente aveva 20 anni, i capelli castani raccolti sulla testa e mi guardava sorridendo e mi diceva con voce adulta "i pesci non ci sono, mamma, gli ho detto di andare via perché dovevo saltare".
Mi sono svegliata con la certezza che dentro di me non sarò mai pronta al 100% all'idea di vederla adulta, perché sarò un po' fiera e un po' spaventata e le due cose continueranno a girare dentro di me senza mescolarsi mai veramente, come acqua e olio.
Mi sono svegliata e ho pensato che tutto questo è nel futuro, ma che già ora posso in qualche modo sentirlo quando mi dice "da sola"; e ho capito che non mi resta che continuare io stessa a saltare nelle pozzanghere e ad insegnarle che crescendo non è necessario essere sempre sempre seri e preoccupati. Io ci provo a non esserlo, ci provo a saltare e ridere senza scopo...Una volta ero più brava in questo, ma credo che invecchiando sia sempre più difficile, perché devi trovare dei momenti per farlo, sepolti nella quotidianità. E allora perdi lo stupore del momento che nasce da sé.
Non resta che sorridere insieme, tutti e tre, costruire e sorridere e saltare. Pazienza se piove.

lunedì 7 gennaio 2013

ECCO A VOI IL NUOVO ANNO, UGUALE ALL'ALTRO ANNO.

Il capodanno è andato come doveva andare, io praticamente dormivo alle 23, lei pure, ma la montagna quest'anno se l'è goduta: slittino e rotolarsi nella neve e il pupazzo, e le slitte coi cavalli, e la giostrina vintage di legno...Avoriaz è un bel posto per famiglie, niente auto, solo slitte, 1840m di altitudine, aria buona e (siamo stati fortunati) sole. Mio marito (perché mi fa ancora effetto dirlo?) si è sfogato di snowboard, e ci siamo presi le solite 24 ore di nevicata galattica che fa molto molto Natale. Peccato essere in un monoloculo che la tomba di famiglia a confronto è un loft.
Il rientro alla vita di tutti i giorni è sempre uguale, ogni anno dico le stesse cose, compreso l'immancabile: "e l'anno prossimo partiamo con meno roba, che tanto poi devo lavare tutto lo stesso e avrò messo meno della metà della valigia". Non è colpa mia, è che noi umani siamo fatti così.
Siamo tornati tutti con un colorito migliore, un blocco di fois gras de canard, e dei formaggi puzzolenti (comme d'habitude); io mi leggo in faccia la solita stanchezza, felicissima di riprendermi il mio letto, le mie abitudini, la mia cucina a gas che con le piastre elettriche ci metto una settimana ad adattarmi.

Vi sembrerà un post poco entusiastico per essere un dopoferie. Non lo è: sono io che mi sono scoperta un po' ripetitiva nei gesti e nelle aspettative, e ripetitiva anche nello stupirmi di quanto Simona sia incredibilmente più grande dell'anno scorso, di quanto intrecci relazioni (per lo più utilitaristiche, abbiamo notato) complesse e forse più esigenti...Per non parlare del fatto che l'anno scorso in questo periodo nemmeno camminava: Avanzava appoggiandosi ai mobili, quest'anno dice pure "Ca**o!" se non riesce ad infilarsi lo zaino da sola e, non dicendo bene la Z, viene fuori "Caccio!" che è anche il modo con cui dice "Ghiaccio". Stendiamo un velo pietoso...Stiamo facendo finta di nulla...Speriamo funzioni!
A la prochaine!