mercoledì 13 ottobre 2021

E LA FINE DELL'INFANZIA

 Avevo un po' di cose da scrivere su questo periodo e un post su facebook mi pareva riduttivo. So che i blog non esistono più, infatti siamo proiettati verso piattaforme dai contenuti sempre più veloci, sempre più usa e getta, e va bene anche così. Questo blog non viene aggiornato da un anno e mezzo, quando ho scritto in piena pandemia, ma era nato come un diario personale, e non voglio eliminarlo. Ogni tanto mi rileggo, perché nella mia testa alcune cose, alcune considerazioni sulla maternità, la genitorialità, si sono un po' modificate. Io sono invecchiata, e anche questo fa.

Simona frequenta la prima media. Non è solo un passaggio scolastico però: ha comportato diversi cambiamenti che nella mia testa sono ancora da elaborare. Forse più sul piano emotivo.

Per il suo compleanno, Simona ha ricevuto da noi uno smartphone. Il suo account è gestito con Google Family, ha un tempo limitato di utilizzo delle app, e, patto essenziale, lei sa che posso accedere alle sue chat. Le chat sono quanto di più incontrollato ci sia nel web, per dei ragazzini di 11-12 anni. Ho saputo che la scuola fa anche educazione al digitale, iniziativa che mi piace molto, ma deve essere supportata dalla famiglia, altrimenti cade nel vuoto. 

Ha anche ricevuto la tessera della metropolitana, che non è meno importante: abitiamo in una metropoli, sta imparando a muoversi in essa (al momento in zona) senza di noi. Nel giro di pochi giorni, è sorto un cambiamento in lei che ci ha stupito per la rapidità con cui è emerso: si destreggia, si organizza il tempo (dice cose da aliena come "Se ascolto la lezione in classe ho molto meno da fare a casa" e "Mi faccio interrogare subito così non ci penso più"); ci saranno sicuramente delle difficoltà e le attendiamo, ma per ora c'è entusiasmo per una nuova fase della vita, e sono felice che la affronti così.

Il corpo cambia. Cambia un po' anche la gestione dello stesso, e qui è l'unico passaggio che sto affrontando da sola con lei. E' straniante e divertente allo stesso tempo, perché il ricordo quando la allattavo, ad esempio, è vividissimo nella mia mente; il ricordo dei bagnetti, dei primi passi, delle prime parole è una cosa che mi sembra ancora tanto vicina.

Cerchiamo di esserci come genitori senza essere spazzaneve, stampella, o altra metafora a vostra scelta; diamo fiducia, in una sorta di patto reciproco: noi ti concediamo, tu fai il tuo (impegno scolastico, responsabilità, ordine...Ecco l'ordine è una cosa su cui stiamo lavorando!).
Non so cosa aspettarmi domani o dopodomani o tra un anno. Le tempeste dell'adolescenza non sono ancora arrivate; c'è sicuramente qualche rispostaccia, qualche moto di insofferenza...In segreto non la biasimo, io sono la mamma pesantona, altrimenti che ci sto a fare qui?

 

Alla prossima (??)