giovedì 2 dicembre 2010

STRANEZZE

A completamento del post precedente, devo aggiungere alcuni dettagli, prima che la mia memoria li getti definitivamente nell'oblio:

1) Per sopravvivere al dolore canticchiavo Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela, avendo trovato il gioco interessante andò a chiamare un altro elefante... Sono arrivata a 12 elefanti. Lo ricondo perfettamente. La ragnatela dopo un po' si spezza...Pensavo che anche io avrei fatto quella fine...

2) Durante le doglie vere e proprie, e poco prima di addormentarmi il pomeriggio successivo, nella mia testa c'era solo "L'immensità" cantata da Don Bachi. NON CHIEDETEMI PERCHE'.

3) La cosa più difficile di tutte da sopportare POI per me è stato il catetere (messo per controllare le mie urine dopo il parto).

4) Quando ho visto la ranocchietta per la primissima volta, un pensiero di questo genere ha attraversato la mia mente: Oddio come somiglia a suo padre!...Ma...Si sono dimenticati di metterle ciglia e sopracciglia! E che è, sono rimaste dentro?

5) Due giorni dopo il parto avevo voglia di frittura di pesce, e trovavo irritanti le madri che piangevano sempre...Poi sono arrivata a casa, e un paio di volte ci ho dato dentro anche io. Col pianto. Con la frittura ho atteso di andare al ristorante una sera.

6) A proposito di darci dentro: pensavo che là sotto fosse diventata inutilizzabile a vita; alla dimissione avevo paura della visita che mi avrebbero fatto...come una ragazzina la prima volta dal ginecologo..Ma perché mi devono visitare, quante altre persone devono mettere le mani là sotto?!?! Beh, passa.

lunedì 29 novembre 2010

PARTO PARTO...MA 'NDO VAI???

Premessa: il mio è stato un parto-lampo, veloce, e facile.
Svolgimento: il giorno martedì 22 giugno mi confermano che mi indurranno il parto l'indomani: scade magicamente la 37 settimana. La preeclampsia porta i medici ad essere cauti, quindi ti fanno partorire non appena sei considerato a termine (37 settimane). Io supereccitata come se dovessi andare ad un ballo studentesco. In stanza siamo in due, io ne ho viste passare un po' visto che sono in ospedale dal giovedì precedente. Le dico: "Mi inducono domani!!" con la stessa eccitazione con cui avrei detto "EHI! HO COMPRATO LA MACCHINA NUOVA!" va beh. Sta di fatto che passo la giornata a lavarmi, sistemarmi le unghie, riordinare l'armadietto e mangiare poco per tenere bassa la pressione. A mezzanotte ultima misurazione di pressione e monitoraggio fetale (te lo fanno 2 volte al giorno, qualsiasi sia il motivo per cui sei lì). Cerco di dormire con scarsi risultati e alle 5 nuova misurazione di pressione, nel frattempo alla mia compagna di stanza portano il suo pupattolo, e mi immagino felice nella stessa situazione l'indomani. 
Ero ottimista, non sapevo quanto spesso l'induzione si protragga inutilmente e con varie tecniche per 48 ore per poi concludersi con un cesareo.
Il mattino la ginecologa mi fa andare in studio e mi infila una specie di garza in fondo adesa al collo dell'utero. L'operazione di "infilamento" è fastidiosissima, per la cronaca. 
Il farmaco si chiama PROPESS e potete trovare delucidazioni in merito qui. Ora, il punto focale è questo "bisogna tenere presente che per inizio di travaglio si definisce quel periodo caratterizzato dalla presenza di contrazioni regolari dolorose dell´utero che si verificano ogni 3 minuti a prescindere dai cambiamenti della cervice.
A questo proposito è importante considerare due fattori: (i) Le contrazioni regolari dolorose che siano state indotte con Propess, rimarranno tali per frequenza ed intensità tanto a lungo quanto Propess rimarrà in situ poiché il dinoprostone continuerà ad essere rilasciato. (ii) Le pazienti, specie se poligravidiche, possono sviluppare contrazioni regolari dolorose senza che si abbiano evidenti modificazioni della cervice." Ecco, appunto. Il farmaco inizia ad agire a mezzogiorno. Inizio a sentire come delle scariche elettriche senza dolore. Vado a pranzo e poi mi spostano nella sala pretravaglio. Sono le 4 del pomeriggio quando si verificano due cose: ho delle contrazioni senza pausa e dolorose, ma non con picchi alti da tocografo. Arriva mia madre a portare il cambio. 
Ivan è a fianco a me, inizia a guardarmi con occhio preoccupato quando inizio a sentire un certo consistente dolore. Mia madre, reduce da tre parti naturali, mi fa "no, no, non stai ancora soffrendo, hai l'aria troppo serena!" Il punto è che queste contrazioni non hanno alcuna efficacia, mi visitano dopo un po' e dicono che il collo dell'utero è un po' sceso. Ma siamo ben lontani dal traguardo. Il tempo passa e questo dolore al basso ventre senza scopo inizia a diventare insopportabile: dico al mio compagno "il prossimo lo adottiamo!" o altre idiozie simili. Il problema non è il dolore, è l'assenza totale di pause. Verso le 8 di sera faccio una doccia calda col mio compagno che mi fa sedere nella doccia e mi bagna con getto tiepido: sembra l'inizio di un film porno, ma il sesso è quanto di più lontano dalla mia mente. Il getto,specie sulla schiena, dà sensazione di sollievo immediato. Mi muovo come se avessi un macigno nella pancia. Il tocografo non da segnali rassicuranti, la bimba è sempre vivace, tira calci, le contrazioni invece sono una schifezza. Io mi lamento come in un mantra. Ho sonno, sono stanchissima, ma non riesco a dormire. Ivan mi bagna la fronte, forse dovrei mangiare qualcosa di zuccherino, non so, non ho voglia di niente se non di un cesareo. Nel frattempo mi attaccano il monitor per la pressione che è salita a livelli abbastanza preoccupanti (vedo un 200 di massima, non oso guardare la minima). Mi spiegano che quello che sento è l'effetto del farmaco, man mano il mio collo dell'utero sta abbassandosi e appiattendosi, ma sono ancora chiusa.
A mezzanotte vado in bagno con Ivan che mi sorregge, e sento un inconfondibile Tak! nell'addome, come se si fosse rotto qualcosa. Beh, in realtà è proprio così: si sono rotte le acque. Due minuti dopo inizio a sgocciolare. L'ostetrica osserva: le acque sono limpide (e nel delirio del momento mi viene in mente altissima purissima levissima) perciò tutto ok, collo ancora ben sigillato...Mapporc...Ho un sollievo per circa mezz'ora, nella quale inizio ad assopirmi un po'. L'ostetrica dice a Ivan di andare pure a casa, che probabilmente si andrà alla mattina successiva. 
Lui mi saluta, non ricordo nemmeno quando e come. Io mi addormento e mi sveglio con un dolore fortissimo all'addome, ma non solo al basso ventre. 
E lì INCREDIBILE, inizia il travaglio: 3 cm, poi poco dopo 7. Io chiamo Ivan durante una contrazione vien...comincia...corri...! e subito dopo penso speriamo non si ammazzi in macchina...! Dopo 10 minuti dall'inizio del travaglio vero e proprio sono a 9 cm di dilatazione. In tutta fretta mi portano in sala parto, immagino non se l'aspettassero neppure loro. Mi mettono una flebo di solfato di magnesio perché la mia pressione si alza ancora. Dopo un po' un'ostetrica con incredibili occhi azzurri mi dice di non spingere ancora perché c'è un pochino di bordo, di respirare profondamente all'arrivo di una contrazione.
Beh, le doglie sono meglio di quello che avevo passato prima, perché c'è pausa anche se brevissima, tra l'una e l'altra. Non importa se nel mentre sembra che mi abbiano sparato all'addome. Il mio corpo sa benissimo cosa fare e poi ho ben impressa in mente la frase di una ragazza cui sarò grata per sempre Spingi come se dovessi fare la cacca, è quello il modo perché siano efficaci! 
Ivan arriva col suo bel camice e si attiva per aiutarmi (l'avreste immaginato? Io no). Quando mi dicono infine di spingere, ecco, tutto va in discesa. Mi sorregge la coscia sinistra tirandola indietro per agevolare l'uscita. Quando sentivo arrivare il momento, spingevo proprio come dovessi andare di corpo ma moolto più intensamente. Sento la testa che si avvicina all'uscita, sento che ce la faccio, anche se sono stanca, mi sento forte fortissima. Ivan mi incoraggia, mi dice come sta andando c'è la testa, si vede la testa, dai che manca poco! 
E poi...Poi mi fanno un taglietto, e non me ne accorgo nemmeno, spingo un'ultima volta, sento che agevolano l'uscita con le mani, come ho visto fare tante volte nei video. Esce la testa, e subito sento meeeeh! ed il resto della bambina esce come un'anguillina calda e sgusciante. La vedo: ha gli occhi aperti, e l'aria incazzata. Uscendo tocca con la mano il braccio di suo padre, come fosse una specie di primo contatto...
Il dolore passa istantaneamente, lei c'è, sta bene. Me la danno ancora sporca e calda. Ha freddo, mi guarda come a dire ma non potevi lasciarmi lì??? 
Sono le 5.30 di un nuovo giorno. Il giorno migliore.