venerdì 4 luglio 2014

QUELLA COSA CHIAMATA SILENZIO

Mi sono resa conto di due cose in questi giorni,  in cui ci siamo trasferiti in montagna: la prima è che i miei figli sono troppo cittadini, la seconda è che normalmente vivo nel caos.
Della prima mi ha dato compendio Simona non sapendo nemmeno come fosse fatto un grillo, stupendosi del colore del mantello delle mucche alpine (per lei le mucche sono bianche e nere, e basta) e spaventandosi per ogni insetto le volesse intorno...Stiamo rimediando a tutto, ma dei ragni purtroppo ho una paura fottuta io stessa, dunque non so molto bene che fare. 
Altra cosa sono le ortiche: Simona non aveva mai visto ortiche,  nei parchi cittadini semplicemente non esistono. Dunque volendo evitare l'approccio tattile, sto cercando di insegnarle a riconoscerle per evitare con cura di avvicinarsi. Io da piccola ci sono finita dentro, quindi ricordo bene quanto siano malefiche.
Alessandro invece a quanto pare ha qualche gene vampiro nel suo DNA, perché riesce a colorarsi sotto il sole anche con la protezione solare 50. Considerato che per fargli tenere su il cappello occorre incollarglielo alla testa, è spesso a capo scoperto. Anche se glie lo rimetto continuamente.
Spero vivamente che la sua pelle si irrobustisca un po'...Nel frattempo ha messo su due gote da Heidi che sono da mangiare.

Il silenzio totale invece è una cosa a cui io non sono abituata, e che sto apprezzando molto: vivere in per un po' senza clacson, rombi di auto, gente che urla, lavori in corso...beh sembra che mi si stia rigenerando il cervello. 
Qui alla peggio c'è un vicino che sta rasando il prato di casa...Beh oddio, stamattina c'era un arzillo e pingue nonnetto abbronzato e in mutanda bianca che stava ripulendo il giardino dalle foglie. È stato un po' un trauma, ma più per la vista che per l'udito.

Guardo il cielo che è blu terso, sento l'odore degli alberi intorno a me, e mentre cammino riesco a udire il rumore del mio respiro... Forse staccare un po' dalla città mi ci voleva proprio.
Alla prossima!