sabato 25 giugno 2016

TI GUARDI INDIETRO E SON TUTTE CAZZATE.

Ci sono dei momenti di svolta nella vita dei figli, punti che ti sembra di aver raggiunto e lasciato alle spalle. Spesso sono cose di senso pratico, progressi che consentono a noi genitori di dire "ooook,  pure questa l'abbiamo superata." Io, in questo momento, al giorno 1 del nostro secondo e ultimo spannolinamento, non vedo l'ora di lasciarmi alle spalle per sempre il passeggino. Quel catafalco utilissimo ma una gran rottura, che sono costretta ad usare spesso (per fortuna non più "sempre") per arrivare in orario in ufficio e per non lasciare Simona sulla soglia della materna ad aspettarmi perché suo fratello ha deciso che "mamma vojo vedere il treno lungo" e "diciamo i colori sul muro?" (Trattasi di mattoni colorati sul muro del parco trotter).
Proprio mi vedo senza...perché non mi accontento di niente, immagino.
La cosa buffa è che ci sono già passata, so già che poi quando mi guarderò indietro dirò "davvero ho speso anche solo 5 minuti della mia vita a stressarmi  per sta cagata? Cosa dovrei dire ora?!" Che poi è la stessa cosa che ho pensato quando è nato Alessandro: "Pensavo davvero di essere stanca con Simona?! Serio?!" E tornando ancora più indietro è "Pensavo davvero di essere stanca perché ero incinta?! Ahahahahaha!". 
Il nostro corpo e la nostra mente si adattano a livelli di stress genitoriale sempre crescenti, se non accade, secondo me stiamo sbagliando qualcosa e dobbiamo tornare un attimo sui nostri passi per analizzarci, almeno io faccio così. Perché passata una cosa, c'è sempre la successiva al varco: il periodo di latenza è breve. Possono essere cose piccole e insignificanti come il portarsi appresso il passeggino, che nella fase successiva è "ma perché l'educatrice mi dice che è scalmanato e manesco?" (Spero di no!).
Parlavo con un mio collega di aspettative: ad un certo punto, dice, sembra che sia tremendamente importante che questi bambini abbiano tabelle di marcia bel precise, ma poi quando diventano grandi ti dici che hai passato ore insonni per niente...Un bambino sano, camminerà, parlerà, smetterà di farsela addosso, mangerà da solo prima o poi. Ha davvero importanza che il "prima", sia il tempo che vogliamo noi? O che statisticamente è significativo? Se un bambino è sano, prima o poi lo farà. Perché poi quando sarà adolescente, sarà davvero buffo (o tragico!) ripensarci in quei termini, io credo.

Alla prossima!