domenica 9 marzo 2014

HO SCOPERTO COME VIVERE MEGLIO

Quando arriva un figlio, un figlio programmato o comunque voluto, è come se un giorno entraste nella vostra pulita e ordinata casa, apriste un armadio a muro e tutto vi crollasse addosso. Pensavate di aver fatto ordine nella vostra vita, ma era mera illusione.  Ora ci sono cianfrusaglie ovunque e in apparenza nessuno spazio per riporle. In più avete una palla medica in mano che va riposta anch'essa in ordine. Ecco la vostra vita.
Per mettere ordine dovete per prima cosa appoggiare la palla medica. Come fare? I primi tempi è più facile, anche se non vi sembra affatto. I primi tempi la palla chiede solo di essere pulita, nutrita, coccolata e messa a dormire. Ciascuna di queste azioni è piena zeppa di imprevisti, ma almeno non va ancora EDUCATA. 
Per affrontare gli imprevisti e riporre la palla medica al suo posto cosmico nell'universo, ho trovato che mi è utilissimo uscire dal mio ruolo di madre e pensare a "cosa farei se questo pupattolo non fosse mio?". Serve a sgrassare la palla delle ansie emotive: "oddio come faccio a lavargli il naso se piange disperato?" ha come unica risposta logica "non sta morendo e non gli sto facendo nulla di male, quindi glie lo pulisco ugualmente". Attenzione, non  si tratta di non godersi il proprio bambino, anzi, ma di farlo con tranquillità.  Funziona? Abbastanza, ma occorre un grande esercizio di autocontrollo: parola misteriosa che corrisponde ad uno stato che conoscevo ben poco. Un po' ho imparato e sono ampiamente perfettibile.

Ora che avete appreso questo interessante ragionamento, il resto viene da sé applicandolo ai problemi quotidiani non legati ai figli. Mi spiego: da un po' di tempo se ho un problema,  una decisione da prendere provo a chiedermi: "Ok, cosa avrei fatto se un amico o una persona comunque a me molto cara mi avesse esposto questo problema?". Questo ragionamento ne toglie tantissimi di strati emotivi.  Perché appena applicato, mi metto sulla difensiva: "ehi! Io non sono così,  nessuno può capire come mi sento,  ho un dolore nell'anima che mi sta togliendo il fiato e non si può capire come mi sento ora!" E dopo di ciò il pensiero che viene in mente a me è: "ma sono così rompicoglioni vista da fuori?". Al 99% la risposta è sì. Perché essere se stessi è più difficile che guardare gli altri, da che mondo è mondo.
Secondo me allora il giusto compromesso per vivere serenamente è cercare di guardare se stessi come se fossimo "gli altri" e guardare gli altri mettendoci nei loro panni. 
Io ci sto provando e man mano gli scaffali del mio armadio a muro si stanno riempiendo...ogni tanto devo riorganizzare un po', alle volte mi sembra di ricominciare da capo ma che diamine! Un po' di imprevisto rende il lavoro meno noioso...
Alla prossima.