Me lo ricordavo proprio così il puerperio: tanti giorni tutti uguali a smaltire le fatiche del parto e ad accumularne altre, ad alternare seni gonfi di latte e a fare amicizia con quel cosino urlante e sempre pieno di cacca che è tuo figlio... a tenere a bada gli ormoni, a renderti conto che: 1) nessuno è interessato a te, ma tutti sbrodolano per il suddetto cosino alla merda, anche se tu l'hai fatto uscire, e 2) il tuo corpo pare asfaltato da una schiacciasassi.
E tuo marito, per quanto efficiente e comprensivo, nonché pieno d'amore per te, ti guarda come fossi un alieno emotivo...non può impedirselo, lo fa. Per quanto snoccioliate le vostre paturnie post parto, non può proprio capirvi, come non capisce la vostra sindrome premestruale...quindi lasciate perdere.
LUI sicuramente è più stanco di voi che siete a casa ad annoiarvi anche se non deve produrre sufficiente latte ogni 3 ore, non ha lochiazioni infinite, punti, dolori lombari, utero contratto, privazione cronica di sonno grazie alla quale vi trovate a sognare cose inverosimili in 8 minuti netti di sonno effettivo.
Questa era una doverosa premessa per ricordare a me stessa che ci ero già passata, e non è proprio il caso di lamentarmi. Cosa c'è invece di diverso? Beh, intanto la maggior parte delle ansie tipiche del primo figlio si sono dissolte: "mangia abbastanza? Respira? Oddio, non avrà caldo/freddo?" E quindi te lo godi questo pargolo, non hai sempre l'adrenalina da inadeguatezza che ti circola in corpo.
Poi hai una buffa treenne che torna dall'asilo e ti inonda di parole, informazioni e canzoncine. E ti rendi conto che ti manca il rapporto esclusivo che avevi prima con lei. Ti rendi anche conto, ma questo non è uguale per tutti credo, che ora hai il doppio esatto dell'amore da dare, ma che "quella grande" quando arriva a casa e dice al fratello: "Ciao Alessandro, è arrivata la tua sorella! Adesso non piangere più eh!" è la tua àncora, e nel contempo la tua croce ogni giorno, e che ora lo capisci più di prima.
Io ho vissuto questa esperienza di parto e sto vivendo il puerperio con una marcia in più rispetto alla mia prima volta: ora mi sento completa. Sento che la mia famiglia è completa e che ora devo solo guardare avanti e crescerli nel migliore dei modi, anche se non nel migliore dei mondi. Ho detto a qualcuno che quando Alessandro è nato, ho provato la stessa sensazione di sollievo e di liberazione della laurea: quando chiudi una parte importante della tua vita e ti senti aperto e proiettato nel futuro, per quanto ignoto sia. Io sono consapevole di aver chiuso un capitolo bellissimo e spaventoso della mia vita. Ora vivo il presente e penso al domani, ben conscia di essere stata molto fortunata nell'aver, sinora, ottenuto dalla vita quello che desideravo. Ora dobbiamo solo provare a coltivarlo al meglio.