martedì 12 luglio 2011

COME IN "AI CONFINI DELLA REALTA'"

La complicità di questa follia nasce dal fatto che stamattina hanno rimesso la luce nel mio ascensore (al buio da due giorni), e la sottoscritta ha vissuto momenti stile "Incontri ravvicinati del terzo tipo" a causa di quel cono di luce un po' eccessivo...Quindi sono uscita già di casa con addosso una sensazione di puro straniamento (o forse anche perché ho dormito 5 ore, chissà).
Il vagone della metropolitana odorava di cipolla andata a male e mentine, e il mio malessere è aumentato di qualche tacca. Stipati come su un carro bestiame, e arrivati a prendere il filobus (17 minuti di attesa), una signora anziana e corpulenta mi ha spintonato per salire per prima...Altre tacche...
Arrivo in ufficio, finalmente mi coglie l'aria condizionata e una giornata di nullafacenza totale...Ma ecco che:
"Hai spento la luce?"
"Sì non vedo niente, il riverbero non mi permette di vedere lo schermo del mio pc"
"Sì ma non ci sei solo tu!"
"Sì ma ti ho detto che così non riesco a lavorare!"
"E io allora non riesco a lavorare senza luce, come la mettiamo? Non è che uno si alza e la spegne, almeno chiedere!"
"Ma allora cosa faccio, non lavoro?"
"Puoi metterti di là [indicando un altro ufficio] che non c'è nessuno e fai quello che vuoi."
"Perché non ti ci metti tu?"
"Perché devo mettermici io?"
"Fai tutto sempre senza consultare nessuno!"
... Ad libitum...I due soggetti sono maschi adulti con età > 40 anni.

Allora la sensazione di straniamento è aumentata vertiginosamente e una fitta di panico mi ha colta, perché mi sono chiesta..."MA NON E' CHE IO SONO ALL'ASILO NIDO DI MIA FIGLIA, E HO PARCHEGGIATO LEI NEL MIO UFFICIO??"