Ha gli occhi pieni di sfida, guarda sua madre con un astio che non ritenevo possibile in una bambina di 6 anni.
Ma a 6 anni già sa che qualcuno deve pagare per tutto quel disagio che sente, e visto che c'è mamma ogni giorno con lei, è il bersaglio più facile.
Papà se n'è andato, la modalità non la so, ma non importa: di fronte a quello sguardo ogni spiegazione è superflua. Quello che lei sa è che lui è andato via, è rimasta mamma in casa e niente le dà conforto.
Sua sorella ha l'età di Simona, è vivace ma tutto sommato più serena. Sorride. E' questa la differenza. Simona le dà la mano e parlano di pettegolezzi dell'asilo, ridono insieme.
Allora la grande inizia a stuzzicarle, a tirare i capelli alla piccola. Simona le guarda impassibile.
Quando se ne vanno mi dice "La sorella di G. è davvero monellissima"
"Ah sì?"
"G. mi ha detto che la sua sorella è arrabbiata sempre."
"Già" Aspetto una domanda che non arriva, e mi trovo a riflettere su una situazione tutto sommato abbastanza comune, certamente non una tragedia (ci sono situazioni molto peggiori, specie se uno dei due genitori è violento, oppure se si ammala seriamente qualcuno in casa...), ma comunque fonte di un dolore che nessuno dovrebbe provare.
Simona, potrei dirti che le scelte dei cosiddetti "grandi" vi si riversano addosso continuamente.
E che non ho ben chiaro nemmeno io cosa riesci ad assorbire dalle pur sporadiche e civili discussioni che possiamo avere io e tuo padre. Figuriamoci trovarsi bambino, anzi figlio, in una situazione di rottura, trovarsi dentro. Dovrei chiedere a qualche figlio di divorziati come si è sentito, se se lo ricorda, se il crescere li ha portati a realizzare il fatto con occhi diversi, o se permangono le sensazioni infantili, come una sorta di amigdala primordiale che soverchia ogni ragionamento logico.
Perché hai voglia a spiegare: "Ti amiamo tutti e due, solo che è meglio se io e tuo padre/tua madre non ci frequentiamo, non è colpa di nessuno, specialmente tu non c'entri niente", perché se uno dei due se ne va, secondo me resta il vuoto di una quotidianità lesa, mutilata. Se resta, c'è un clima in casa di gelo civile, o di liti furibonde. Cosa è meglio? Non lo so.
Resto con tanti punti di domanda.
Alla prossima.