Se è il vostro primo Natale con un pupo o una pupattola, beh, sarete sommersi di pensierini...Spesso utili, spesso meno. E soprattutto: solo quest'anno capiterà, poi molti si dimenticheranno di voi e della vostra figliolanza.
Simona ha ricevuto due marionette da mano Ikea, alce e maiale che l'hanno resa pazza completamente: ha iniziato a fissarle con la bocca a imbuto come fa quando è stupita, e gli occhietti attenti. Cerca di prenderle, io le uso per darle bacetti e lei ride, le mangia, ci vomita sopra. Questo è un bel regalo. Un portaciucci in argento è un po' meno utile magari, e sicuramente più inutilmente costoso.
Dovrete ringraziare tutti, ricordarvi di tutti, e non è un problema se sono amici vostri. E' un problema se sono amici dei nonni, compagni di yoga di vostra madre, amico del bar, vicino di casa dei vostri genitori o simili...Ci sarà sicuramente quell'amico o amica che dimenticherà la vostra idiosincrasia per il colore rosa, ma amen, sono i loro gusti mica i vostri! Sorridete e ringraziate, perché vostro figlio risulta un piccolo miracolo pacioccoso agli occhi degli altri (e spesso anche dei vostri). E Buon Natale.
giovedì 23 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
BIANCO NATALE
Quest'anno vorrei tanto che fosse un Natale bianco.
Quest'anno è il primo anno in cui sogno quelle cose tremendamente kitsch che, come madre, mi ero ripromessa di non fare: per esempio scartare il regalo della mia bambina la mattina di natale sotto l'albero illuminato; lei con il suo bel pigiamino natalizio e il cappellino di babbo natale che cerca di ciucciarsi la carta regalo colorata...Che, ovviamente, le interesserà più del regalo stesso.
Le ho preso un tappeto gioco nuovo, molto colorato. Il tema è "Il treno della fattoria". Altre cose (immagino) riceverà da parenti e amici, ma sogno questa mattina natalizia, con il suo regalo da parte nostra tutto per lei, grande come lei, e tutto ciò nonostante per me il Natale non rappresenti nulla.
Sogno anche di portarla fuori con la sua bella tutona da neve e che andiamo al parco dove tutto è imbiancato, e ci sono in giro solo famiglie con bimbi che giocano con la neve: già stamane, guardando fuori, ha fatto una faccetta stupita per tutto questo bianco.
Possibile che io sia diventata così? Possibile davvero???
Quest'anno è il primo anno in cui sogno quelle cose tremendamente kitsch che, come madre, mi ero ripromessa di non fare: per esempio scartare il regalo della mia bambina la mattina di natale sotto l'albero illuminato; lei con il suo bel pigiamino natalizio e il cappellino di babbo natale che cerca di ciucciarsi la carta regalo colorata...Che, ovviamente, le interesserà più del regalo stesso.
Le ho preso un tappeto gioco nuovo, molto colorato. Il tema è "Il treno della fattoria". Altre cose (immagino) riceverà da parenti e amici, ma sogno questa mattina natalizia, con il suo regalo da parte nostra tutto per lei, grande come lei, e tutto ciò nonostante per me il Natale non rappresenti nulla.
Sogno anche di portarla fuori con la sua bella tutona da neve e che andiamo al parco dove tutto è imbiancato, e ci sono in giro solo famiglie con bimbi che giocano con la neve: già stamane, guardando fuori, ha fatto una faccetta stupita per tutto questo bianco.
Possibile che io sia diventata così? Possibile davvero???
lunedì 13 dicembre 2010
ET VOILA...CHEZ WONDER!
Ci provo a vincere! Ecco qui il post di wonder per vincere un buono natalizio da Prénatal:
http://machedavvero.blogspot.com/2010/12/machedavvero-christmas-giveaway-vinci.html#more
http://machedavvero.blogspot.com/2010/12/machedavvero-christmas-giveaway-vinci.html#more
venerdì 10 dicembre 2010
ALLATTAMENTO, OVVERO "Come sopravvivere alla lega del latte"
Ho allattato fino a 3 mesi e mezzo, avrei continuato ma il latte è andato via alla quinta mia colica biliare. Ne avevo pochisssimo alla fine, 30 grammi a volta, e ho preferito passare direttamente all'artificiale per non farmi menate con l'aggiunta.
Ciò premesso, e in considerazione del fatto che sono a favorissimo dell'allattamento al seno, mi sento di portare la mia esperienza in quanto sto notando una tendenza che trovo piuttosto distruttiva: considerare le mamme solo ed esclusivamente come mucche da latte.
Esagero? Forse, fatto sta che in cliniche come la Mangiagalli ti fanno vedere filmanti di famiglie svedesi le cui donne allattano fino ai 4 anni del bambino. A parte che rabbrividisco all'idea di attaccare al seno mio figlio in piena fase di autoesplorazione sessuale. Quanto deve andare avanti a sviluppare la fase orale?!
Allora tu, donna sana di mente, li osservi e dici ok, ma poi faccio a modo mio!. Il fatto è che quando hai appena partorito NON SEI SANA DI MENTE, PER NULLA.
Le ostetriche / esperte della lega del latte (per info leggi qui) sostengono in sostanza che nessuna donna (se non in pochissime percentuali con patologie) è impossibilitata ad allattare, si tratta solo di volontà e pazienza. Verissimo, da un punto di vista scientifico. Ma non c'è solo quello. Per alcune donne è troppo stressante allattare al seno (stressante lo è, ne ho esperienza, e io ho sempre avuto molto latte, una figlia molto regolare con gli orari, mi immagino chi si deve spremere e ha figli che mangiano ogni ora). Ma, mentre trovo che una madre che decide o è costretta a non allattare è una buona madre come le altre, ritengo che una madre stressata che piange ogni volta che attacca suo figlio al seno, non riesce a dormire mai, rischi di non esserlo più.
Io penso che sia meglio per un figlio una madre serena e partecipativa che una incupita dall'ansia...
Io ho allattato con stanchezza, certo, specie di notte, ma sono sempre stata serena, mi veniva naturale. Quando il latte è mancato mi sono detta che non era da me fare la doppia pesata ogni volta per poi integrare con il latte artificiale (non era sufficiente sostituire un pasto), volevo che Simona avesse una madre che la porta a spasso, la fa ridere e ride con lei.
Come sono passata all'artificiale senza problemi? Semplice: le ho sempre dato il biberon (con il mio latte tirato) almeno una volta a settimana, e lei non ha mai avuto problemi ad adattarsi alle tettarelle. Lo dico perché non è così automatico e perché talune ostetriche ti dicono di non dare il biberon se non strettamente necessario per non confondere il neonato. Io a 15 giorni mi sono tirata il latte e sono andata dal parrucchiere lasciando la nanerottola a suo padre. Non era necessario, è vero, ma sono tornata serena e sorridente, e suo padre si è sentito utile.
Al consultorio mi avevano anche detto di non usare il ciuccio per il primo mese. Beh, non le ho seguite. Lo ha sempre preso, senza problemi. Ho pensato che l'idea di infilarle un mio dito in bocca per delle mezz'ore era quanto meno inquietante. Né avevo alcuna intenzione di attaccarla al seno ogni volta che aveva qualche rogna (colichetta, noia, difficoltà a dormire).
Non per tutti è così, ogni bambino è a sé. Ma proprio per questo, tu madre cerca di fidarti un po' del tuo istinto, che diamine, ce l'hanno tutti i mammiferi!
Se i tuoi due gemelli sono impegnativi e non te la senti di allattare, va benissimo, lascia perdere chi ti guarda in cagnesco perché hai i seni intonsi! I tuoi figli stanno bene e sono sereni? Allora SEI una buona madre.
Ciò premesso, e in considerazione del fatto che sono a favorissimo dell'allattamento al seno, mi sento di portare la mia esperienza in quanto sto notando una tendenza che trovo piuttosto distruttiva: considerare le mamme solo ed esclusivamente come mucche da latte.
Esagero? Forse, fatto sta che in cliniche come la Mangiagalli ti fanno vedere filmanti di famiglie svedesi le cui donne allattano fino ai 4 anni del bambino. A parte che rabbrividisco all'idea di attaccare al seno mio figlio in piena fase di autoesplorazione sessuale. Quanto deve andare avanti a sviluppare la fase orale?!
Allora tu, donna sana di mente, li osservi e dici ok, ma poi faccio a modo mio!. Il fatto è che quando hai appena partorito NON SEI SANA DI MENTE, PER NULLA.
Le ostetriche / esperte della lega del latte (per info leggi qui) sostengono in sostanza che nessuna donna (se non in pochissime percentuali con patologie) è impossibilitata ad allattare, si tratta solo di volontà e pazienza. Verissimo, da un punto di vista scientifico. Ma non c'è solo quello. Per alcune donne è troppo stressante allattare al seno (stressante lo è, ne ho esperienza, e io ho sempre avuto molto latte, una figlia molto regolare con gli orari, mi immagino chi si deve spremere e ha figli che mangiano ogni ora). Ma, mentre trovo che una madre che decide o è costretta a non allattare è una buona madre come le altre, ritengo che una madre stressata che piange ogni volta che attacca suo figlio al seno, non riesce a dormire mai, rischi di non esserlo più.
Io penso che sia meglio per un figlio una madre serena e partecipativa che una incupita dall'ansia...
Io ho allattato con stanchezza, certo, specie di notte, ma sono sempre stata serena, mi veniva naturale. Quando il latte è mancato mi sono detta che non era da me fare la doppia pesata ogni volta per poi integrare con il latte artificiale (non era sufficiente sostituire un pasto), volevo che Simona avesse una madre che la porta a spasso, la fa ridere e ride con lei.
Come sono passata all'artificiale senza problemi? Semplice: le ho sempre dato il biberon (con il mio latte tirato) almeno una volta a settimana, e lei non ha mai avuto problemi ad adattarsi alle tettarelle. Lo dico perché non è così automatico e perché talune ostetriche ti dicono di non dare il biberon se non strettamente necessario per non confondere il neonato. Io a 15 giorni mi sono tirata il latte e sono andata dal parrucchiere lasciando la nanerottola a suo padre. Non era necessario, è vero, ma sono tornata serena e sorridente, e suo padre si è sentito utile.
Al consultorio mi avevano anche detto di non usare il ciuccio per il primo mese. Beh, non le ho seguite. Lo ha sempre preso, senza problemi. Ho pensato che l'idea di infilarle un mio dito in bocca per delle mezz'ore era quanto meno inquietante. Né avevo alcuna intenzione di attaccarla al seno ogni volta che aveva qualche rogna (colichetta, noia, difficoltà a dormire).
Non per tutti è così, ogni bambino è a sé. Ma proprio per questo, tu madre cerca di fidarti un po' del tuo istinto, che diamine, ce l'hanno tutti i mammiferi!
Se i tuoi due gemelli sono impegnativi e non te la senti di allattare, va benissimo, lascia perdere chi ti guarda in cagnesco perché hai i seni intonsi! I tuoi figli stanno bene e sono sereni? Allora SEI una buona madre.
domenica 5 dicembre 2010
MOMENTO, MOMENTO, MOOOMENTO...LOIS QUESTA NON E' LA MIA TAZZA DI BATMAN!
Nell'arco delle 24 ore, c'è un momento dedicato solo a me stessa. La mattina la nanerottola si sveglia tra le 7 e le 7.30, a questo punto il team cambio gomme Ferrari parte in quarta e Ivan la cambia e la pulisce, io preparo il latte per la colazione, accendo l'umidificatore in cameretta. Verso le 8 tipicamente si riaddormenta.
DI SOLITO io ho un'oretta circa solo per me nella quale Ivan si è riaddormentato, Simona pure e posso dedicarmi a quello che voglio.
PRIMA non credevo che avrei dato tutta questa importanza all'avere un'ora solo per me, invece è una cosa che rasenta il miracolo.
Sempre DI SOLITO mi dedico a cose come: manicure, automassaggio al collo perennemente incriccato, colazione lenta con caffé abbondante, riaddormentarmi pacificamente (il 70% delle volte). Stamattina invece, sentendomi in vena di cambiamenti, mi sono messa a guardare i tetti delle case. Milano il Sabato e la Domenica mattina è splendida, continuo a sostenerlo da sempre: non c'è nessuno in giro, c'è quell'odore di "mattina" che d'estate è in un modo, d'inverno in un altro, ma è sempre piacevole.
Stamane le luci sono spente, c'è già qualche decorazione natalizia sui balconi delle case, i tetti sono pieni di brina e il primo treno merci diretto verso Centrale passa lento sui binari che posso intravedere dalla finestra del salotto. Non ci sono ubriachi che litigano, non ci sono trans che citofonano urlando "puttana ji mierda" a squarciagola, o clienti che accoltellano negli androni dei palazzi. Non c'è la rissa di ubriachi davanti al locale (perché chiuso per rissa aggravata), la volante della polizia che arriva sempre tardi, sempre con calma. Non ci sono persone che ridono e si rincorrono gridando nella piazza, non ci sono nemmeno idioti che buttano petardi nel cortile della villetta di fronte per spaventare il cane ormai decrepito...C'è solo calma e pace. C'è solo il fumo delle canne fumarie, le cornacchie infreddolite, i piccioni, un paio di ragazzi che camminano lenti e imbacuccati, la vecchia che batte i tappeti sul balcone, con dei gambaletti color carne che sono una promessa. Un irriducibile babbo natale che si arrampica come a svaligiare un appartamento, di una bruttezza rara (il babbo natale, l'appartamento non lo so), e infine io affacciata alla finestra del salotto. Con rumore di lavatrice alle spalle, e la sensazione di essere improvvisamente invecchiata di 10 anni. Ma va bene così.
DI SOLITO io ho un'oretta circa solo per me nella quale Ivan si è riaddormentato, Simona pure e posso dedicarmi a quello che voglio.
PRIMA non credevo che avrei dato tutta questa importanza all'avere un'ora solo per me, invece è una cosa che rasenta il miracolo.
Sempre DI SOLITO mi dedico a cose come: manicure, automassaggio al collo perennemente incriccato, colazione lenta con caffé abbondante, riaddormentarmi pacificamente (il 70% delle volte). Stamattina invece, sentendomi in vena di cambiamenti, mi sono messa a guardare i tetti delle case. Milano il Sabato e la Domenica mattina è splendida, continuo a sostenerlo da sempre: non c'è nessuno in giro, c'è quell'odore di "mattina" che d'estate è in un modo, d'inverno in un altro, ma è sempre piacevole.
Stamane le luci sono spente, c'è già qualche decorazione natalizia sui balconi delle case, i tetti sono pieni di brina e il primo treno merci diretto verso Centrale passa lento sui binari che posso intravedere dalla finestra del salotto. Non ci sono ubriachi che litigano, non ci sono trans che citofonano urlando "puttana ji mierda" a squarciagola, o clienti che accoltellano negli androni dei palazzi. Non c'è la rissa di ubriachi davanti al locale (perché chiuso per rissa aggravata), la volante della polizia che arriva sempre tardi, sempre con calma. Non ci sono persone che ridono e si rincorrono gridando nella piazza, non ci sono nemmeno idioti che buttano petardi nel cortile della villetta di fronte per spaventare il cane ormai decrepito...C'è solo calma e pace. C'è solo il fumo delle canne fumarie, le cornacchie infreddolite, i piccioni, un paio di ragazzi che camminano lenti e imbacuccati, la vecchia che batte i tappeti sul balcone, con dei gambaletti color carne che sono una promessa. Un irriducibile babbo natale che si arrampica come a svaligiare un appartamento, di una bruttezza rara (il babbo natale, l'appartamento non lo so), e infine io affacciata alla finestra del salotto. Con rumore di lavatrice alle spalle, e la sensazione di essere improvvisamente invecchiata di 10 anni. Ma va bene così.
giovedì 2 dicembre 2010
STRANEZZE
A completamento del post precedente, devo aggiungere alcuni dettagli, prima che la mia memoria li getti definitivamente nell'oblio:
1) Per sopravvivere al dolore canticchiavo Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela, avendo trovato il gioco interessante andò a chiamare un altro elefante... Sono arrivata a 12 elefanti. Lo ricondo perfettamente. La ragnatela dopo un po' si spezza...Pensavo che anche io avrei fatto quella fine...
2) Durante le doglie vere e proprie, e poco prima di addormentarmi il pomeriggio successivo, nella mia testa c'era solo "L'immensità" cantata da Don Bachi. NON CHIEDETEMI PERCHE'.
3) La cosa più difficile di tutte da sopportare POI per me è stato il catetere (messo per controllare le mie urine dopo il parto).
4) Quando ho visto la ranocchietta per la primissima volta, un pensiero di questo genere ha attraversato la mia mente: Oddio come somiglia a suo padre!...Ma...Si sono dimenticati di metterle ciglia e sopracciglia! E che è, sono rimaste dentro?
5) Due giorni dopo il parto avevo voglia di frittura di pesce, e trovavo irritanti le madri che piangevano sempre...Poi sono arrivata a casa, e un paio di volte ci ho dato dentro anche io. Col pianto. Con la frittura ho atteso di andare al ristorante una sera.
6) A proposito di darci dentro: pensavo che là sotto fosse diventata inutilizzabile a vita; alla dimissione avevo paura della visita che mi avrebbero fatto...come una ragazzina la prima volta dal ginecologo..Ma perché mi devono visitare, quante altre persone devono mettere le mani là sotto?!?! Beh, passa.
1) Per sopravvivere al dolore canticchiavo Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela, avendo trovato il gioco interessante andò a chiamare un altro elefante... Sono arrivata a 12 elefanti. Lo ricondo perfettamente. La ragnatela dopo un po' si spezza...Pensavo che anche io avrei fatto quella fine...
2) Durante le doglie vere e proprie, e poco prima di addormentarmi il pomeriggio successivo, nella mia testa c'era solo "L'immensità" cantata da Don Bachi. NON CHIEDETEMI PERCHE'.
3) La cosa più difficile di tutte da sopportare POI per me è stato il catetere (messo per controllare le mie urine dopo il parto).
4) Quando ho visto la ranocchietta per la primissima volta, un pensiero di questo genere ha attraversato la mia mente: Oddio come somiglia a suo padre!...Ma...Si sono dimenticati di metterle ciglia e sopracciglia! E che è, sono rimaste dentro?
5) Due giorni dopo il parto avevo voglia di frittura di pesce, e trovavo irritanti le madri che piangevano sempre...Poi sono arrivata a casa, e un paio di volte ci ho dato dentro anche io. Col pianto. Con la frittura ho atteso di andare al ristorante una sera.
6) A proposito di darci dentro: pensavo che là sotto fosse diventata inutilizzabile a vita; alla dimissione avevo paura della visita che mi avrebbero fatto...come una ragazzina la prima volta dal ginecologo..Ma perché mi devono visitare, quante altre persone devono mettere le mani là sotto?!?! Beh, passa.
lunedì 29 novembre 2010
PARTO PARTO...MA 'NDO VAI???
Premessa: il mio è stato un parto-lampo, veloce, e facile.
Svolgimento: il giorno martedì 22 giugno mi confermano che mi indurranno il parto l'indomani: scade magicamente la 37 settimana. La preeclampsia porta i medici ad essere cauti, quindi ti fanno partorire non appena sei considerato a termine (37 settimane). Io supereccitata come se dovessi andare ad un ballo studentesco. In stanza siamo in due, io ne ho viste passare un po' visto che sono in ospedale dal giovedì precedente. Le dico: "Mi inducono domani!!" con la stessa eccitazione con cui avrei detto "EHI! HO COMPRATO LA MACCHINA NUOVA!" va beh. Sta di fatto che passo la giornata a lavarmi, sistemarmi le unghie, riordinare l'armadietto e mangiare poco per tenere bassa la pressione. A mezzanotte ultima misurazione di pressione e monitoraggio fetale (te lo fanno 2 volte al giorno, qualsiasi sia il motivo per cui sei lì). Cerco di dormire con scarsi risultati e alle 5 nuova misurazione di pressione, nel frattempo alla mia compagna di stanza portano il suo pupattolo, e mi immagino felice nella stessa situazione l'indomani.
Ero ottimista, non sapevo quanto spesso l'induzione si protragga inutilmente e con varie tecniche per 48 ore per poi concludersi con un cesareo.
Il mattino la ginecologa mi fa andare in studio e mi infila una specie di garza in fondo adesa al collo dell'utero. L'operazione di "infilamento" è fastidiosissima, per la cronaca.
Il farmaco si chiama PROPESS e potete trovare delucidazioni in merito qui. Ora, il punto focale è questo "bisogna tenere presente che per inizio di travaglio si definisce quel periodo caratterizzato dalla presenza di contrazioni regolari dolorose dell´utero che si verificano ogni 3 minuti a prescindere dai cambiamenti della cervice.
A questo proposito è importante considerare due fattori: (i) Le contrazioni regolari dolorose che siano state indotte con Propess, rimarranno tali per frequenza ed intensità tanto a lungo quanto Propess rimarrà in situ poiché il dinoprostone continuerà ad essere rilasciato. (ii) Le pazienti, specie se poligravidiche, possono sviluppare contrazioni regolari dolorose senza che si abbiano evidenti modificazioni della cervice." Ecco, appunto. Il farmaco inizia ad agire a mezzogiorno. Inizio a sentire come delle scariche elettriche senza dolore. Vado a pranzo e poi mi spostano nella sala pretravaglio. Sono le 4 del pomeriggio quando si verificano due cose: ho delle contrazioni senza pausa e dolorose, ma non con picchi alti da tocografo. Arriva mia madre a portare il cambio.
Ivan è a fianco a me, inizia a guardarmi con occhio preoccupato quando inizio a sentire un certo consistente dolore. Mia madre, reduce da tre parti naturali, mi fa "no, no, non stai ancora soffrendo, hai l'aria troppo serena!" Il punto è che queste contrazioni non hanno alcuna efficacia, mi visitano dopo un po' e dicono che il collo dell'utero è un po' sceso. Ma siamo ben lontani dal traguardo. Il tempo passa e questo dolore al basso ventre senza scopo inizia a diventare insopportabile: dico al mio compagno "il prossimo lo adottiamo!" o altre idiozie simili. Il problema non è il dolore, è l'assenza totale di pause. Verso le 8 di sera faccio una doccia calda col mio compagno che mi fa sedere nella doccia e mi bagna con getto tiepido: sembra l'inizio di un film porno, ma il sesso è quanto di più lontano dalla mia mente. Il getto,specie sulla schiena, dà sensazione di sollievo immediato. Mi muovo come se avessi un macigno nella pancia. Il tocografo non da segnali rassicuranti, la bimba è sempre vivace, tira calci, le contrazioni invece sono una schifezza. Io mi lamento come in un mantra. Ho sonno, sono stanchissima, ma non riesco a dormire. Ivan mi bagna la fronte, forse dovrei mangiare qualcosa di zuccherino, non so, non ho voglia di niente se non di un cesareo. Nel frattempo mi attaccano il monitor per la pressione che è salita a livelli abbastanza preoccupanti (vedo un 200 di massima, non oso guardare la minima). Mi spiegano che quello che sento è l'effetto del farmaco, man mano il mio collo dell'utero sta abbassandosi e appiattendosi, ma sono ancora chiusa.
A mezzanotte vado in bagno con Ivan che mi sorregge, e sento un inconfondibile Tak! nell'addome, come se si fosse rotto qualcosa. Beh, in realtà è proprio così: si sono rotte le acque. Due minuti dopo inizio a sgocciolare. L'ostetrica osserva: le acque sono limpide (e nel delirio del momento mi viene in mente altissima purissima levissima) perciò tutto ok, collo ancora ben sigillato...Mapporc...Ho un sollievo per circa mezz'ora, nella quale inizio ad assopirmi un po'. L'ostetrica dice a Ivan di andare pure a casa, che probabilmente si andrà alla mattina successiva.
Lui mi saluta, non ricordo nemmeno quando e come. Io mi addormento e mi sveglio con un dolore fortissimo all'addome, ma non solo al basso ventre.
E lì INCREDIBILE, inizia il travaglio: 3 cm, poi poco dopo 7. Io chiamo Ivan durante una contrazione vien...comincia...corri...! e subito dopo penso speriamo non si ammazzi in macchina...! Dopo 10 minuti dall'inizio del travaglio vero e proprio sono a 9 cm di dilatazione. In tutta fretta mi portano in sala parto, immagino non se l'aspettassero neppure loro. Mi mettono una flebo di solfato di magnesio perché la mia pressione si alza ancora. Dopo un po' un'ostetrica con incredibili occhi azzurri mi dice di non spingere ancora perché c'è un pochino di bordo, di respirare profondamente all'arrivo di una contrazione.
Beh, le doglie sono meglio di quello che avevo passato prima, perché c'è pausa anche se brevissima, tra l'una e l'altra. Non importa se nel mentre sembra che mi abbiano sparato all'addome. Il mio corpo sa benissimo cosa fare e poi ho ben impressa in mente la frase di una ragazza cui sarò grata per sempre Spingi come se dovessi fare la cacca, è quello il modo perché siano efficaci!
Ivan arriva col suo bel camice e si attiva per aiutarmi (l'avreste immaginato? Io no). Quando mi dicono infine di spingere, ecco, tutto va in discesa. Mi sorregge la coscia sinistra tirandola indietro per agevolare l'uscita. Quando sentivo arrivare il momento, spingevo proprio come dovessi andare di corpo ma moolto più intensamente. Sento la testa che si avvicina all'uscita, sento che ce la faccio, anche se sono stanca, mi sento forte fortissima. Ivan mi incoraggia, mi dice come sta andando c'è la testa, si vede la testa, dai che manca poco!
E poi...Poi mi fanno un taglietto, e non me ne accorgo nemmeno, spingo un'ultima volta, sento che agevolano l'uscita con le mani, come ho visto fare tante volte nei video. Esce la testa, e subito sento meeeeh! ed il resto della bambina esce come un'anguillina calda e sgusciante. La vedo: ha gli occhi aperti, e l'aria incazzata. Uscendo tocca con la mano il braccio di suo padre, come fosse una specie di primo contatto...
Il dolore passa istantaneamente, lei c'è, sta bene. Me la danno ancora sporca e calda. Ha freddo, mi guarda come a dire ma non potevi lasciarmi lì???
Sono le 5.30 di un nuovo giorno. Il giorno migliore.
Svolgimento: il giorno martedì 22 giugno mi confermano che mi indurranno il parto l'indomani: scade magicamente la 37 settimana. La preeclampsia porta i medici ad essere cauti, quindi ti fanno partorire non appena sei considerato a termine (37 settimane). Io supereccitata come se dovessi andare ad un ballo studentesco. In stanza siamo in due, io ne ho viste passare un po' visto che sono in ospedale dal giovedì precedente. Le dico: "Mi inducono domani!!" con la stessa eccitazione con cui avrei detto "EHI! HO COMPRATO LA MACCHINA NUOVA!" va beh. Sta di fatto che passo la giornata a lavarmi, sistemarmi le unghie, riordinare l'armadietto e mangiare poco per tenere bassa la pressione. A mezzanotte ultima misurazione di pressione e monitoraggio fetale (te lo fanno 2 volte al giorno, qualsiasi sia il motivo per cui sei lì). Cerco di dormire con scarsi risultati e alle 5 nuova misurazione di pressione, nel frattempo alla mia compagna di stanza portano il suo pupattolo, e mi immagino felice nella stessa situazione l'indomani.
Ero ottimista, non sapevo quanto spesso l'induzione si protragga inutilmente e con varie tecniche per 48 ore per poi concludersi con un cesareo.
Il mattino la ginecologa mi fa andare in studio e mi infila una specie di garza in fondo adesa al collo dell'utero. L'operazione di "infilamento" è fastidiosissima, per la cronaca.
Il farmaco si chiama PROPESS e potete trovare delucidazioni in merito qui. Ora, il punto focale è questo "bisogna tenere presente che per inizio di travaglio si definisce quel periodo caratterizzato dalla presenza di contrazioni regolari dolorose dell´utero che si verificano ogni 3 minuti a prescindere dai cambiamenti della cervice.
A questo proposito è importante considerare due fattori: (i) Le contrazioni regolari dolorose che siano state indotte con Propess, rimarranno tali per frequenza ed intensità tanto a lungo quanto Propess rimarrà in situ poiché il dinoprostone continuerà ad essere rilasciato. (ii) Le pazienti, specie se poligravidiche, possono sviluppare contrazioni regolari dolorose senza che si abbiano evidenti modificazioni della cervice." Ecco, appunto. Il farmaco inizia ad agire a mezzogiorno. Inizio a sentire come delle scariche elettriche senza dolore. Vado a pranzo e poi mi spostano nella sala pretravaglio. Sono le 4 del pomeriggio quando si verificano due cose: ho delle contrazioni senza pausa e dolorose, ma non con picchi alti da tocografo. Arriva mia madre a portare il cambio.
Ivan è a fianco a me, inizia a guardarmi con occhio preoccupato quando inizio a sentire un certo consistente dolore. Mia madre, reduce da tre parti naturali, mi fa "no, no, non stai ancora soffrendo, hai l'aria troppo serena!" Il punto è che queste contrazioni non hanno alcuna efficacia, mi visitano dopo un po' e dicono che il collo dell'utero è un po' sceso. Ma siamo ben lontani dal traguardo. Il tempo passa e questo dolore al basso ventre senza scopo inizia a diventare insopportabile: dico al mio compagno "il prossimo lo adottiamo!" o altre idiozie simili. Il problema non è il dolore, è l'assenza totale di pause. Verso le 8 di sera faccio una doccia calda col mio compagno che mi fa sedere nella doccia e mi bagna con getto tiepido: sembra l'inizio di un film porno, ma il sesso è quanto di più lontano dalla mia mente. Il getto,specie sulla schiena, dà sensazione di sollievo immediato. Mi muovo come se avessi un macigno nella pancia. Il tocografo non da segnali rassicuranti, la bimba è sempre vivace, tira calci, le contrazioni invece sono una schifezza. Io mi lamento come in un mantra. Ho sonno, sono stanchissima, ma non riesco a dormire. Ivan mi bagna la fronte, forse dovrei mangiare qualcosa di zuccherino, non so, non ho voglia di niente se non di un cesareo. Nel frattempo mi attaccano il monitor per la pressione che è salita a livelli abbastanza preoccupanti (vedo un 200 di massima, non oso guardare la minima). Mi spiegano che quello che sento è l'effetto del farmaco, man mano il mio collo dell'utero sta abbassandosi e appiattendosi, ma sono ancora chiusa.
A mezzanotte vado in bagno con Ivan che mi sorregge, e sento un inconfondibile Tak! nell'addome, come se si fosse rotto qualcosa. Beh, in realtà è proprio così: si sono rotte le acque. Due minuti dopo inizio a sgocciolare. L'ostetrica osserva: le acque sono limpide (e nel delirio del momento mi viene in mente altissima purissima levissima) perciò tutto ok, collo ancora ben sigillato...Mapporc...Ho un sollievo per circa mezz'ora, nella quale inizio ad assopirmi un po'. L'ostetrica dice a Ivan di andare pure a casa, che probabilmente si andrà alla mattina successiva.
Lui mi saluta, non ricordo nemmeno quando e come. Io mi addormento e mi sveglio con un dolore fortissimo all'addome, ma non solo al basso ventre.
E lì INCREDIBILE, inizia il travaglio: 3 cm, poi poco dopo 7. Io chiamo Ivan durante una contrazione vien...comincia...corri...! e subito dopo penso speriamo non si ammazzi in macchina...! Dopo 10 minuti dall'inizio del travaglio vero e proprio sono a 9 cm di dilatazione. In tutta fretta mi portano in sala parto, immagino non se l'aspettassero neppure loro. Mi mettono una flebo di solfato di magnesio perché la mia pressione si alza ancora. Dopo un po' un'ostetrica con incredibili occhi azzurri mi dice di non spingere ancora perché c'è un pochino di bordo, di respirare profondamente all'arrivo di una contrazione.
Beh, le doglie sono meglio di quello che avevo passato prima, perché c'è pausa anche se brevissima, tra l'una e l'altra. Non importa se nel mentre sembra che mi abbiano sparato all'addome. Il mio corpo sa benissimo cosa fare e poi ho ben impressa in mente la frase di una ragazza cui sarò grata per sempre Spingi come se dovessi fare la cacca, è quello il modo perché siano efficaci!
Ivan arriva col suo bel camice e si attiva per aiutarmi (l'avreste immaginato? Io no). Quando mi dicono infine di spingere, ecco, tutto va in discesa. Mi sorregge la coscia sinistra tirandola indietro per agevolare l'uscita. Quando sentivo arrivare il momento, spingevo proprio come dovessi andare di corpo ma moolto più intensamente. Sento la testa che si avvicina all'uscita, sento che ce la faccio, anche se sono stanca, mi sento forte fortissima. Ivan mi incoraggia, mi dice come sta andando c'è la testa, si vede la testa, dai che manca poco!
E poi...Poi mi fanno un taglietto, e non me ne accorgo nemmeno, spingo un'ultima volta, sento che agevolano l'uscita con le mani, come ho visto fare tante volte nei video. Esce la testa, e subito sento meeeeh! ed il resto della bambina esce come un'anguillina calda e sgusciante. La vedo: ha gli occhi aperti, e l'aria incazzata. Uscendo tocca con la mano il braccio di suo padre, come fosse una specie di primo contatto...
Il dolore passa istantaneamente, lei c'è, sta bene. Me la danno ancora sporca e calda. Ha freddo, mi guarda come a dire ma non potevi lasciarmi lì???
Sono le 5.30 di un nuovo giorno. Il giorno migliore.
venerdì 26 novembre 2010
KOLIKA
Non esiste un modo per farla facile: le colichette dei primi tre mesi sono una gran rottura, epocale direi!!!
Simona ne ha sofferto abbastanza (ma so di situazioni molto peggiori) fino al compimento del terzo mese, dopodiché è stato come se nulla fosse successo.
Ho imparato alcune cose sulle coliche, la prima è che a meno di darle antidolorifici, le goccine di mylicon NON FUNZIONANO. Le ciucciava perché erano dolciastre, guardandomi con gli occhi pieni di lacrime, come fossi io la causa di tutte le sue sofferenze (beh, nella sua testolina poteva anche essere, perché no? C'ero solo io!). Ma finito l'effetto sedativo del dolce ricominciava (esattamente un minuto dopo). I primi giorni me la riattaccavo al seno pensando che avesse ancora fame...ERRORE MADORNALE. L'effetto "troppo pieno" la rendeva ancora più isterica e dolorante. Passavo quell'orario tra le 4 del pomeriggio e le 6 cantando canzoncine dal sapore popolare (il grillo e la formica, il merlo ha perso il becco, la pecora nel bosco, ninna nanna del chicco di caffé) senza risultati apprezzabili.
POI ho trovato qualcosa che migliorava la situazione: la prima è il sacchetto di semi di ciliegio caldi. Si trova in negozi di prodotti naturali, ed è una panacea. Si mette in microonde per 1 minuto, i semi mantengono il calore e lo rilasciano lentamente. Io avvolgevo il sacchetto in un asciugamano pulito e glie lo appoggiavo sull'addome. Non sempre funzionava, ma comunque l'intensità del pianto diminuiva; spesso smetteva del tutto.
La seconda cosa sono gocce fitoterapiche a base di finocchio melissa e verbena. Si danno con una specie di siringone, e sfido qualunque neonato a non apprezzarle. Sono dolci e dal gusto gradevole. Beh, con lei hanno funzionato: mi è capitato anche di somministrargliele di notte, una notte che aveva mal di pancia evidente (continuava a scoreggiare come una vaporiera!) e si è calmata.
Forse ognuno avrà i suoi metodi, per me questo funzionava...Ma perché le coliche passino del tutto, dovete armarvi di pazienza e aspettare che il vostro mostriciattolo cresca.
Simona ne ha sofferto abbastanza (ma so di situazioni molto peggiori) fino al compimento del terzo mese, dopodiché è stato come se nulla fosse successo.
Ho imparato alcune cose sulle coliche, la prima è che a meno di darle antidolorifici, le goccine di mylicon NON FUNZIONANO. Le ciucciava perché erano dolciastre, guardandomi con gli occhi pieni di lacrime, come fossi io la causa di tutte le sue sofferenze (beh, nella sua testolina poteva anche essere, perché no? C'ero solo io!). Ma finito l'effetto sedativo del dolce ricominciava (esattamente un minuto dopo). I primi giorni me la riattaccavo al seno pensando che avesse ancora fame...ERRORE MADORNALE. L'effetto "troppo pieno" la rendeva ancora più isterica e dolorante. Passavo quell'orario tra le 4 del pomeriggio e le 6 cantando canzoncine dal sapore popolare (il grillo e la formica, il merlo ha perso il becco, la pecora nel bosco, ninna nanna del chicco di caffé) senza risultati apprezzabili.
POI ho trovato qualcosa che migliorava la situazione: la prima è il sacchetto di semi di ciliegio caldi. Si trova in negozi di prodotti naturali, ed è una panacea. Si mette in microonde per 1 minuto, i semi mantengono il calore e lo rilasciano lentamente. Io avvolgevo il sacchetto in un asciugamano pulito e glie lo appoggiavo sull'addome. Non sempre funzionava, ma comunque l'intensità del pianto diminuiva; spesso smetteva del tutto.
La seconda cosa sono gocce fitoterapiche a base di finocchio melissa e verbena. Si danno con una specie di siringone, e sfido qualunque neonato a non apprezzarle. Sono dolci e dal gusto gradevole. Beh, con lei hanno funzionato: mi è capitato anche di somministrargliele di notte, una notte che aveva mal di pancia evidente (continuava a scoreggiare come una vaporiera!) e si è calmata.
Forse ognuno avrà i suoi metodi, per me questo funzionava...Ma perché le coliche passino del tutto, dovete armarvi di pazienza e aspettare che il vostro mostriciattolo cresca.
giovedì 25 novembre 2010
PRE, PRE, PRE-ECLAMPSIA
Se non siete dell'ambito medico, o non avete avuto a che fare con madri che ne hanno sofferto, difficilmente conoscete la pre-eclampsia.
Accade che, dopo 27 settimane senza problemi, d'improvviso scoprite che avete la pressione alta. Io di ritorno dal lavoro, mi sono fermata in farmacia a provare la pressione, sentendomi LEGGERMENTE girare la testa. Beh, risultato: 180/110.
Viaggetto in ambulanza a sirene spiegate (ma solo perché c'è traffico, non si spaventi!) e di lì al pronto soccorso. L'esito è stato un ricovero a riposo assoluto per 2 giorni e una serie di esami da fare, scoprendo la diagnosi di PRE-ECLAMPSIA LIEVE. Lieve perché la presenza di proteine nelle urine raccolte in 24 ore era minima: ah, a proposito...Raccogliere 2 litri e mezzo di urina e portarli a far analizzare, sì, è una rottura immane.
In ospedale continuavano a farmi monitoraggi fetali, che alla 27 settimana sono un'impresa, specie se avete una specie di anguilla tarantolata nella pancia, e a misurarmi la pressione 5-6 volte. E nessuno mi diceva nulla, non sapevo di quale entità dovesse essere la mia preoccupazione per la vita di mia figlia o per la mia...E se non lo sai, di solito è MASSIMA.
Ricordo che una mattina sono scoppiata a piangere quando il ginecologo di turno si è fermato SULLA SOGLIA della mia camera, senza nemmeno salutare e ha commentato "mmmm 0,6...Vediamo domani" e se n'è andato.
Lo stesso ginecologo alla dimissione mi ha detto: "Dove ha intenzione di partorire lei?"
"San Paolo, perché?"
"Perché dovrà essere seguita qui, un controllo a settimana in patologia materna fino al parto."
"E questo non posso farlo al San Paolo?"
"No, perché vede, queste patologie di solito peggiorano improvvisamente, prevedo che arriverà alla 30 settimana non di più, poi dovremo indurle il parto. Al San Paolo non vi è un'unità di terapia intensiva neonatale. Qui siamo già attrezzati e se si fa seguire da noi, il posto eventualmente per la bimba è assicurato. Se viene qui e non c'è posto ci tocca mandarla a Bergamo"
Mi sono sentita morire: TERAPIA INTENSIVA NEONATALE? 30 SETTIMANA??!
Con la mente confusa ho chiesto: "Ma la bimba mi hanno detto che sta bene...Che prognosi può avere nascendo così presto?"
"Signora! Ottima! Qui facciamo nascere bambini di 4 etti!"
AAAAA BEH, QUESTO SI' CHE ORA MI RASSICURA!!!!!!
Il subdolo senso di colpa che si insinua come un tarlo: MA COME?!?!? SONO STATA ATTENTA, NON SONO INGRASSATA, HO CERCATO DI VIVERE AL MEGLIO LA GRAVIDANZA!! COM'E' POSSIBILE???? PERCHE' NON SONO CAPACE NEMMENO DI FARE UN BAMBINO SANO?? Ho passato giorni sul divano di casa (a riposo assoluto), a rimuginare, fare i miei stick delle urine la mattina, misurare la pressione, e, ovviamente, a piangere; finché non ho parlato con il MIO ginecologo che mi ha rassicurato un po', e ho scoperto che sì, la pre-eclampsia, la cui unica cura è il parto, può presentarsi per diverse ragioni. Nel mio caso, la familiarità con ipertensione (e poi ho scoperto che mia nonna materna a momenti ci moriva di eclampsia nel 1954), e la causa scatenante è una alterazione della funzionalità placentare: praticamente tuo figlio cerca di ucciderti per nutrirsi di più.
Com'è finita? Benissimo, sono arrivata alla 37 settimana senza che la patologia peggiorasse minimamente. Andavo ai miei controlli settimanali e ogni volta la pressione era altissima in studio medico (si chiama sindrome da camice bianco), e si abbassava quando mi monitoravano in una stanza tranquilla. Alla 37 mi hanno indotto il parto e Simona sta benissimo...Ma questa è un'altra storia.
La cosa fondamentale è che a meno che non abbiate scalato l'Everest incinte, il senso di colpa il più delle volte è ingiustificato. E che un dottore che ti rassicuri spesso fa molto più di 1000 medicine.
Accade che, dopo 27 settimane senza problemi, d'improvviso scoprite che avete la pressione alta. Io di ritorno dal lavoro, mi sono fermata in farmacia a provare la pressione, sentendomi LEGGERMENTE girare la testa. Beh, risultato: 180/110.
Viaggetto in ambulanza a sirene spiegate (ma solo perché c'è traffico, non si spaventi!) e di lì al pronto soccorso. L'esito è stato un ricovero a riposo assoluto per 2 giorni e una serie di esami da fare, scoprendo la diagnosi di PRE-ECLAMPSIA LIEVE. Lieve perché la presenza di proteine nelle urine raccolte in 24 ore era minima: ah, a proposito...Raccogliere 2 litri e mezzo di urina e portarli a far analizzare, sì, è una rottura immane.
In ospedale continuavano a farmi monitoraggi fetali, che alla 27 settimana sono un'impresa, specie se avete una specie di anguilla tarantolata nella pancia, e a misurarmi la pressione 5-6 volte. E nessuno mi diceva nulla, non sapevo di quale entità dovesse essere la mia preoccupazione per la vita di mia figlia o per la mia...E se non lo sai, di solito è MASSIMA.
Ricordo che una mattina sono scoppiata a piangere quando il ginecologo di turno si è fermato SULLA SOGLIA della mia camera, senza nemmeno salutare e ha commentato "mmmm 0,6...Vediamo domani" e se n'è andato.
Lo stesso ginecologo alla dimissione mi ha detto: "Dove ha intenzione di partorire lei?"
"San Paolo, perché?"
"Perché dovrà essere seguita qui, un controllo a settimana in patologia materna fino al parto."
"E questo non posso farlo al San Paolo?"
"No, perché vede, queste patologie di solito peggiorano improvvisamente, prevedo che arriverà alla 30 settimana non di più, poi dovremo indurle il parto. Al San Paolo non vi è un'unità di terapia intensiva neonatale. Qui siamo già attrezzati e se si fa seguire da noi, il posto eventualmente per la bimba è assicurato. Se viene qui e non c'è posto ci tocca mandarla a Bergamo"
Mi sono sentita morire: TERAPIA INTENSIVA NEONATALE? 30 SETTIMANA??!
Con la mente confusa ho chiesto: "Ma la bimba mi hanno detto che sta bene...Che prognosi può avere nascendo così presto?"
"Signora! Ottima! Qui facciamo nascere bambini di 4 etti!"
AAAAA BEH, QUESTO SI' CHE ORA MI RASSICURA!!!!!!
Il subdolo senso di colpa che si insinua come un tarlo: MA COME?!?!? SONO STATA ATTENTA, NON SONO INGRASSATA, HO CERCATO DI VIVERE AL MEGLIO LA GRAVIDANZA!! COM'E' POSSIBILE???? PERCHE' NON SONO CAPACE NEMMENO DI FARE UN BAMBINO SANO?? Ho passato giorni sul divano di casa (a riposo assoluto), a rimuginare, fare i miei stick delle urine la mattina, misurare la pressione, e, ovviamente, a piangere; finché non ho parlato con il MIO ginecologo che mi ha rassicurato un po', e ho scoperto che sì, la pre-eclampsia, la cui unica cura è il parto, può presentarsi per diverse ragioni. Nel mio caso, la familiarità con ipertensione (e poi ho scoperto che mia nonna materna a momenti ci moriva di eclampsia nel 1954), e la causa scatenante è una alterazione della funzionalità placentare: praticamente tuo figlio cerca di ucciderti per nutrirsi di più.
Com'è finita? Benissimo, sono arrivata alla 37 settimana senza che la patologia peggiorasse minimamente. Andavo ai miei controlli settimanali e ogni volta la pressione era altissima in studio medico (si chiama sindrome da camice bianco), e si abbassava quando mi monitoravano in una stanza tranquilla. Alla 37 mi hanno indotto il parto e Simona sta benissimo...Ma questa è un'altra storia.
La cosa fondamentale è che a meno che non abbiate scalato l'Everest incinte, il senso di colpa il più delle volte è ingiustificato. E che un dottore che ti rassicuri spesso fa molto più di 1000 medicine.
mercoledì 24 novembre 2010
Non ce n'è bisogno
Ci sono migliaia di blog e siti dedicati alla maternità, all'essere madre, alla vita quotidiana con un neonato. Ci sono libri (ne ho letti diversi) e forum in tutte le lingue del mondo.
All'inizio avrei voluto dedicarmi ad un diario della gravidanza, come fanno molte. Era un'idea carina, mi avrebbe aiutato a sentire meno lento il trascorrere del tempo in attesa. Poi ho pensato che avevo poco da dire, e quando in effetti sono sopraggiunti alcuni problemucci, l'idea di scriverli era così lontana dalla mia mente...Avevo altro a cui pensare.
E dopo? Dopo avevo poco tempo, o meglio avevo da riorganizzare il tempo che avevo.
Ora la nanerottola ha 5 mesi compiuti oggi, e posso raccontare cose. Niente di eclatante perché la mia non è una storia del tipo "ce l'abbiamo fatta!" o "non volevo diventare madre", è moooolto banale: Facciamo un figlio? Ok. Figlio arrivato. Punto.
Ma decido lo stesso di raccontarci, perché ho trovato utili i consigli di alcune mamme su internet, anche per cose pratiche, praticissime come la scelta di un passeggino. Ognuna di noi è una storia a sé, piena di cose noiose e altre cose magari divertenti o tragiche. Nel mio caso soprattutto noiose...
Nel prossimo post vi parlerò delle patologie della gravidanza.
All'inizio avrei voluto dedicarmi ad un diario della gravidanza, come fanno molte. Era un'idea carina, mi avrebbe aiutato a sentire meno lento il trascorrere del tempo in attesa. Poi ho pensato che avevo poco da dire, e quando in effetti sono sopraggiunti alcuni problemucci, l'idea di scriverli era così lontana dalla mia mente...Avevo altro a cui pensare.
E dopo? Dopo avevo poco tempo, o meglio avevo da riorganizzare il tempo che avevo.
Ora la nanerottola ha 5 mesi compiuti oggi, e posso raccontare cose. Niente di eclatante perché la mia non è una storia del tipo "ce l'abbiamo fatta!" o "non volevo diventare madre", è moooolto banale: Facciamo un figlio? Ok. Figlio arrivato. Punto.
Ma decido lo stesso di raccontarci, perché ho trovato utili i consigli di alcune mamme su internet, anche per cose pratiche, praticissime come la scelta di un passeggino. Ognuna di noi è una storia a sé, piena di cose noiose e altre cose magari divertenti o tragiche. Nel mio caso soprattutto noiose...
Nel prossimo post vi parlerò delle patologie della gravidanza.
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