martedì 2 ottobre 2018

UN PO' DI ALESSANDRO

"Ale, ti scappa la pipì che continui a toccarti?"
"Nooo mamma. Stavo solo controllando quanto è duro."
Alessandro Massimo Trinca - 29 settembre 2018


Alessandro in famiglia è l'unico che riesce sempre a lasciarmi senza parole, per le uscite che ha alle volte. Con la sua zazzera biondo castano, gli occhi che sembrano castani come tutti quelli della mia famiglia, ma se li si guarda controluce hanno dei riflessi verdognoli, col suo capoccione tondo e il suo sorriso  pieno di fossette, che mi fa innamorare, Alessandro ha uno scopo nella vita, e lo persegue con grande impegno: fare o dire una cosa strana al giorno.

Un esempio? Usciamo dall'asilo e gli chiedo come va. Naturalmente la maggior parte delle volte, come per la maggior parte dei bambini, la risposta è "Bene", e alla domanda "Cosa avete fatto oggi?" la risposta è invariabilmente "Niente". Ci sono tuttavia delle volte in cui risponde cose come:
"Sono stato abbastanza monello che la Nicoletta mi ha sgridato!" E lo dice con un sorriso solare e gagliardo. Alla mia ovvia reprimenda, risponde con: "Sì, ma domani tanto faccio il bravo". Ah, ok.
Oppure: "Sai, oggi S. è caduto mentre eravamo fuori. Si è sbucciato come una banana!" E giù a ridere. -Come una banana-...Giuro che non l'avevo mai sentita. 
O anche "Abbiamo fatto cose belle ma non ho voglia di raccontartele."

Si inventa balle stratosferiche su eventi disastrosi che inevitabilmente accadono all'asilo, come "Un bambino della mia classe è caduto dentro un buco e hanno chiamato l'ambulanza"
"Davvero? Allora aspetta che chiamo Nicoletta o Piera, per sapere se sta bene questo tuo compagno"
"No mamma era una bugia!"

"Non voglio che dici le bugie, è una cosa brutta dire le bugie"
"Sì ma queste sono per divertimento"
"Che divertimento c'è nell'inventare che un tuo amico si è fatto male?!"
"E ma non è morto!" Aaaah, allora...

Prima dell'estate arriva dalla cameretta in salotto e vedo che ha qualcosa di strano. Un buco senza capelli dietro la testa.
"Alessandro cosa hai fatto?"
"Ho tagliato i capelli!"
"Ale ma...Perché?"
"Non lo so"
"Soprattutto perché dietro, che non ti vedi?"
"Volevo tagliarli come il parrucchiere"
Aveva preso le forbici di sua sorella dalla scrivania. Non si è fatto male per fortuna, ma è stato con questo buco pelato in testa per qualche giorno (finché non sono un po' ricresciuti).

Fa anche cose raccapriccianti. Ad esempio devo tenergli le unghie dei piedi molto corte, devo ricordarmi perché sennò lui arriva e ti dice "Mamma, mi dava fastidio questo pezzo di unghia e l'ho strappata via, ma adesso mi fa un po' malino". Neutro eh, cosa che io morirei di dolore. 
"Ti sei fatto uscire sangue, adesso dobbiamo disinfettare."
"Vado in bagno intanto che te prendi per disinfettare. Non voglio il cerotto"
Come Rambo. A breve si darà i punti da solo alle ferite...

Alessandro, che ha paura del buio, ma solo quando è a casa perché vede i giocattoli muoversi di notte, allora dorme con la lucina e hulk sotto il cuscino.
Alessandro, che non sopporta gli uccelli o gli insetti volanti, che se va in bicicletta e vede dei piccioni sulla sua strada di ferma e fa il giro largo.
Alessandro, che quest'estate si è scottato buttandosi su mio padre che aveva in mano una padella calda. Sapevo sarebbe successo prima o poi perché in cucina ogni volta era: "Stai lontano dal forno. Via che ho la padella in mano. Stai indietro che ti scotti". Niente di grave, ma adesso ha imparato.
Alessandro, che vuole scarpe e vestiti "velocissimi". Le scarpe veloci per lui sono solo quelle della Nike, i vestiti: tutto ciò che richiama calcio, o basket o qualsiasi sport.
Alessandro, che prima di dormire vuole "due cinque" baci e "due cinque" abbracci. 
QUESTO Alessandro il prossimo anno andrà alle elementari. Ne vedremo delle belle.

Alla prossima.