martedì 22 aprile 2014

OGNI NOTTE

Da un po' di tempo i miei bambini vanno a letto alla stessa ora. Ore 20.45: pipì, denti, bidet o doccia, pigiamino per lei, cambio, bidet, crema per lui. Poi c'è il rito "baci baci" e una storia che sia letta o inventata, raccontata seduta sul bordo del letto; la scelta ardua dei pelouches con cui dormire (massimo due alla volta, i preferiti sono Micia e Niglio, nonostante ne abbia talmente tanti da poterne combinare 2 alla volta per settimane) e infine "Buonanotte mamma" (o papà, a seconda di chi provvede). Per lui è più semplice: salutiamo l'angelo all'ingresso della cameretta (è un Thun appeso a forma di angioletto), "baci baci" e poi rimbocco delle coperte o del sacco nanna; acqua,ciuccio, dou dou e via a dormire. Ad Alessandro piace tenersi sulla guancia qualcosa di morbido per addormentarsi e il suo dou dou drago Poffi è immancabile.

Prima di andare io stessa a dormire finalmente, mi piace dare un occhio in cameretta e sentirli dormire. Si possono percepire distintamente i due respiri profondi, a ritmi diversi,  uno accanto all'altro come due musiche lievi che si sovrappongono. Simona dorme prona allontanando le coperte (devo rimboccarla bene ogni volta per sperare di trovarla coperta al mattino), Alessandro ancora supino con le braccia sollevate quando è profondamente addormentato...Se li sfioro sono tiepidi e abbandonati,  anche se magari 5 minuti prima stavano dando di matto in salotto.

Simona da quando Alessandro dorme in cameretta (cioè praticamente da subito) lo cerca,  vuole dormire con lui in camera perché così non è da sola. Magari si lamenta che non la fa dormire se ci mette un po' ad addormentarsi: "Mamma Alessandro mi ha svegliata ancora!", ma se va a letto prima di lui immancabilmente ci chiede: "Alessandro arriva subito vero? Così dormiamo assieme!"; allora sento che, sebbene lui sia stato il frutto di una scelta di coppia, ha portato qualcosa di buono anche a lei, le ha creato un legame che è diverso da tutti gli altri...Per rendersene conto basta ascoltarli respirare. È in quel momento, poco prima che la stanchezza possa finalmente prendere il sopravvento anche in me, che mi dico: ma sì,  ne è valsa la pena.
Buonanotte.