martedì 17 settembre 2013

DI EMOZIONI E BALLE

La gente, intesa come i conoscenti, ritiene che io abbia una personalità peculiare. Gli uomini mi trovano sicura di me (e sbagliano alla grande! ), le donne non lo so perché quel che pensa una donna realmente è ad appannaggio di lei sola. 
La mia peculiarità, se così vogliamo chiamarla, mi porta ad avere pensieri e sensazioni "a pelle" che o le altre persone non provano (dubito), o non dicono (più probabile). In questo credo non ci sia nulla di male. 
E allora io a domanda rispondo "No, non amo la gravidanza. Non mi piace come mi sento in questo momento sia fisicamente che emotivamente. Non mi piace il pancione, non mi emoziono particolarmente quando si muove: al più mi fa ridere quando ha il singhiozzo o mi puntella il lato qualsiasi dell'addome. Sorrido, con affetto per il mio bambino che è dentro, non per la mia condizione che somiglia preoccupantemente a una simbiosi parassitaria. Era così con Simona, è così adesso.". 
A questo se mi si dice: "Devi stare attenta, o rischi la depressione post parto" da chi non è addetto ai lavori (è SEMPRE così), si rischia che io possa controbattere un vaffanculo o ignorare.
Se ignoro una persona, chi mi conosce lo sa benissimo, solitamente è un PESSIMO segnale. Se mi allontano mentre mi stai parlando, 9 volte su 10 è perché diversamente mi pruderebbero le mani. Questo normalmente, senza tirare in ballo ormoni vari. Il mio silenzio, dato che non sono una persona molto silenziosa, è eloquente.
Ognuno vive il proprio corpo (perché di questo si tratta finché tuo figlio non nasce, del tuo corpo che sta facendo una cosa grandiosa) a modo suo. Se sei fortunato e hai la salute dalla tua, il tutto può essere più o meno piacevole, più o meno emozionante. Comprendo e invidio le mamme che si godono 9 mesi di pance accarezzate e aspettative. E' una bella cosa, ma deve venirti naturale...

Invece mi ha emozionata tantissimo vedere Simona avviarsi alla Materna, con tutte le sue piccole cose, compreso il suo nuovo amico (immaginario) Jake. Mi emoziona persino che abbia un amico immaginario! Non le manca la compagnia e le amicizie, ma probabilmente è una fase che passano più o meno tutti i bambini. Sono un tantino perplessa sul nome JAKE, che avrà senz'altro sentito, ma mi domando per quale motivo l'abbia così colpita da usarlo. Siccome a 3 anni e rotti dicono un mucchio di balle, rischio che se indago troppo ottengo un mischione di informazioni vere e finte. Le balle alle volte sono così palesi che sorride lei stessa di quel che sta dicendo (Per fortuna la balla glie la si legge in faccia (come alla sua mamma!), quindi immagino che la cosa ci avvantaggerà un pochino nell'adolescenza).

Alessandro è cresciuto e sta pronto per uscire, anche se manca ancora un po'. Ha la testina ora ben posizionata in basso a irritare la mia vescica e a farmi alzare 4 volte per notte. 
Tesoro, non vedo l'ora che tu nasca: qui c'è un armamentario di roba che non sappiamo più dove metterla, ed è tutta roba tua (tanto per cambiare).

martedì 3 settembre 2013

I BRUTTI PENSIERI

Che questo sia un periodo piuttosto "emotivo" si sa. Che ti ritrovi a piangere per qualsiasi medical drama trito e ritrito passi la tv...O anche cartone animato...O anche pubblicità. 
Sono a 8 settimane dal parto. 8 perché la mia amica preeclampsia si sta affacciando timidamente all'ovile. Se tutto andrà bene mi indurranno il parto i primi giorni di novembre. 
Al momento mi sento bene, la pressione è sotto controllo (sto ancora lavorando oltretutto), devo fare i soliti esami di routine ecc ecc...Ma è pur sempre una situazione patologica che si affaccia nuovamente nella mia vita e questa volta è molto diverso.
Diverso perché c'è una bambina di 3 anni che ha priorità su tutto, quindi anche un banale ricovero pre-tempo per me sarebbe un problema. Diverso perché se dovesse succedermi qualcosa il mio pensiero va a lei. Diverso perché non vorrei mai farla soffrire. 

C'è di diverso anche il rapporto che ho con questo bambino di 1kilo e rotti che sta crescendo e scalciando nella mia pancia. 
Quando aspettavo Simona ero preoccupata per lei più che per la mia salute. D'istinto. 
Ora, sempre d'istinto, sono preoccupata che ad Alessandro possa capitare qualcosa, ma ancor di più che io non possa occuparmi di entrambi i miei bambini.

So benissimo, razionalmente, che la situazione è assolutamente tranquilla per me e per loro, ma non posso impedirmi di ragionare sul peggio. Sono umana, in fondo. Quindi che fare? Aspettare il domani guardando alle cose che mi circondano: un marito fin troppo premuroso, una figlia sorridente e felice che tra una settimana inizierà la scuola materna, un figlio che scalcia e mi fa diventare matta tutte le notti.
Alla prossima!