venerdì 8 aprile 2016

UN'ALTRA PRIMAVERA

Avete presente quando la primavera esplode, e vi trovate a fare la stessa strada ogni mattina, per poi accorgervi d'un tratto che quell'albero di magnolia è finalmente sbocciato? Oppure che attraversando il parco, ecco che il viale dei platani è ombreggiato da giovani foglie nuove?
Non è successo all'improvviso, perché se ogni giorno vi foste fermati a guardare, avreste notato prima minuscole gemme color verde chiaro, che si sono trasformate giorno per giorno in foglie. Solo che le giornate sono così frenetiche, così piene di tutto, che non ci avete fatto caso...
Ecco, coi figli succede la stessa cosa. Li avete sottomano e tra le braccia ogni giorno, e ogni giorno vi occupate di loro; poi c'è un momento in cui li guardate, li guardate VERAMENTE, e vi accorgete di cambiamenti che millimetricamente avvengono ogni giorno, ma li cogliete d'improvviso.
Ecco che i pantaloni comprati per Alessandro a novembre, ora sono corti, che Simona sembra sempre più dinoccolata: quando si alza la mattina e arriva in salotto, ha l'aria scazzata dei grandi, e si stropiccia gli occhi e si stira dicendo "oggi mi fanno male le anche", come se facesse la conta dei dolori. A quasi sei anni.
E io mi trovo a pensare "Ma quand'è che sono diventati così grandi?"
Abbiamo fatto una serie di passaggi in quest'ultimo periodo: dormono entrambi sui letti da grandi: Simona su quello alto, ed Alessandro in quello che fino a una settimana fa era di Simona. Lo vedi, pulcino, in un letto in cui ancora naviga, che però si accende da solo la lucetta, si prende i libri dalla mensola. E mangia a tavola col rialzo, non è più in modalità seggiolone.
Tra qualche mese, quando avrò l'elenco delle cose che serviranno, andremo tutti assieme a scegliere LO ZAINO PER LA SCUOLA, per Simona. A settembre inizieranno una nuova avventura: Simona alle elementari, Ale alla materna.
Se mi fermo a pensare, mi domando se siamo pronti, tutti: io, per me, vivo sempre la dicotomia del "non vedo l'ora", con "ancora qualche giorno, per favore, voglio ancora vedere le manine paffute da bebé, non le dita affusolate! Voglio le coccole del mattino, non la dissertazione sui sogni fatti!"; so che non si può, perché proprio le dita affusolate, che sono ali, nient'altro che ali per volare, daranno a noi genitori la misura di quello che stiamo facendo.


La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro.
Alla prossima!